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Festival di Berlino 2013: Ethan Hawke e Julie Delpy di nuovo insieme per Before Midnight

Tornano a recitare 8 anni dopo Before Sunrise e a ben 18 da Prima dell'alba, sempre diretti da Richard Linklater

Festival di Berlino 2013: Ethan Hawke e Julie Delpy di nuovo insieme per Before Midnight

Tornano a recitare 8 anni dopo Before Sunrise e a ben 18 da Prima dell'alba, sempre diretti da Richard Linklater

Tutte le news dal Festival di Berlino 2013. Best Movie seguirà i film più importanti e vi racconterà le conferenze stampa più interessanti.

Il film

Un ragazzo e una ragazza su un treno, un uomo e una donna sulle stradine rocciose della Grecia, passando per un secondo colpo di fulmine parigino. Qualche ruga e qualche chilo in più, ma sembra proprio di ritrovare due amici quando Jesse e Celine (Ethan Hawke, a Berlino con chioma color platino, e Julie Delpy, divertente anche dal vivo) ricompaiono sullo schermo, a 8 anni da Before Sunrise e a ben 18 da Prima dell’alba, per riprendere i fili di una storia che a prima vista ha tutti i tratti della relazione ideale: un rapporto ancora vivace, due belle figlie gemelle, una vacanza in un paesaggio splendido ospiti di amici letterati e intellettuali. In realtà vediamo da subito che Jesse soffre per la separazione dal figlio del primo matrimonio (che ha trascorso con lui il periodo estivo in Grecia) e allo stesso tempo è geloso del rapporto che il ragazzino ha stabilito con Celine. Una sensazione ambivalente che, nel viaggio di ritorno verso la bellisima casa dove hanno trascorso le vacanze, sfiora il conflitto in uno scherzoso duello verbale tra i due. Quello che appare il virtuosistico (e a dire il vero molto divertente) scambio di due persone che si conoscono e si amano profondamente è in realtà la prima avvisaglia di un conflitto dormiente. Così per un momento le questioni più difficili da affrontare (compreso un possibile trasferimento da Parigi a Chicago e il futuro lavorativo di Celine) vengono messe da parte a favore di lunghe chiacchierate con gli amici del posto (tre generazioni a confronto, che amplificano la trasversalità generazionale del film di Linklater) sulla letteratura, ma anche sull’eterno conflitto tra uomini e donne, e soprattutto sull’amore, concetto sfuggente e “pericoloso” rispetto al quale i giovani sembrano decisamente più cinici degli anziani… I racconti si susseguono, con scherzose citazioni del passato (trasformato da Jesse in letteraratura – e da Linklater in film!) della coppia, ma il momento della partenza si avvicina. Per festeggiarla Jesse e Celine ricevono in dono una romantica serata a due, senza la preoccupazione di badare alle due gemelline che pure sono la luce dei loro occhi… Come spesso capita, però, la serata ideale ci mette poco a trasformarsi nell’occcasione per confessare rimpianti, recriminazioni e debolezze fino ad un’apparentemente irrimediabile rottura.

La conferenza stampa

È davvero la fine della storia d’amore cinematografica più lunga di sempre? Non si direbbe ascoltando interpreti e regista in conferenza stampa, scherzare tra loro facendosi da spalle in un cabaret che lascia intuire il cameratismo già evidente sullo schermo. «La nostra è una relazione creativa a lungo termine» spiega scherzando Linklater «ed è così che a distanza di anni, quando ci siamo resi conto che quei due personaggi erano ancora vivi, avevano ancora qualcosa da dire, ci siamo messi a lavorare sulla cosa».  Un lavoro per cui si sono presi il tempo necessario, circa due anni da quando una piccola idea si è trasformata in un film brillante e commovente, che riesce con leggerezza a passare dai toni della commedia a quelli del dramma, trattando con la dovuta serietà (ma senza prendersi troppo sul serio) questioni fondamentali nei rapporti tra uomini e donni. «In questo film non c’è mai una sola prospettiva, ma piuttosto una continua negoziazione…proprio come accade nella vita» ha spiegato Linklater. I lunghi dialoghi tra i protagonisti (girati spesso senza tagli) colpiscono per la spontaneità dell’interazione tra i due, per il fluido passare da un argomento all’altro. «Questo livello di impressione di realtà non si può ottenere con l’improvvisazione, ma solo provando e riprovando fino ad ottenere il risultato perfetto. È come il lavoro di un atleta o di un musicista, che sembra senza sforzo, ma non lo è affatto» ha chiarito Linklater. «Soprattutto nei litigi mi piacerebbe poter avere questa capacità di argomentare e strutturare il discorso anche nella vita vera, purtroppo non è così» ha chiarito una divertita Delpy.
Questo nonostante lei e Hawke siano da considerarsi a pieno titolo coautori della sceneggiatura, che è nata e cresciuta nell’ interazione tra attori e regista. «È vero, in questi personaggi c’è una parte di noi, soprattutto a livello di sentimenti più che di dettagli, ma c’è anche molto di Richard (Linklater). Abbiamo messo da parte moltissime idee prima di arrivare a quella che ci convinceva di più e da lì abbiamo costruito» ribadisce sempre la Delpy. «Per un attore è un privilegio poter rivisitare un personaggio a distanza di anni» riconosce Hawke, che poi, fedele al suo personaggio sempre pronto a volgere tutto in battuta, dichiara che per il prossimo film vorrebbe convincere la Delpy a prendere strade più estreme «secondo me il prossimo film dovrebbe  essere più pornografico». E lei che non perde un colpo lo rimbecca a tono come sul grande schermo:«Sarà il settimo film della serie, lo faremo quando io avrò 80 anni, in pratica la nostra versione di Amour!».

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