Nonostante il cinema abbia tratto ispirazione più di una volta dai capolavori di John Ronald Reuel Tolkien (dalla versione animata del 1978, fino alle trilogie di Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit dirette da Peter Jackson), nessuno aveva ancora dedicato un film al leggendario scrittore, filologo, glottoteta, accademico e linguista britannico, che nel 2002 è stato inserito al 92esimo posto della classifica di BBC Network delle 100 persone più importanti della cultura british.
La vita di Tolkien merita di essere raccontata anche perché è profondamente intrecciata con il suo lavoro. Forse non tutti sanno che, a giocare un ruolo importante nello sviluppo del suo immaginario e nella creazione dei personaggi indimenticabili e mitici che lo hanno reso famoso, ci sono stati alcuni eventi significativi legati alla sua sfera privata: dall’infanzia difficile, trascorsa da orfano nell’Inghilterra di inizio Novecento, fino agli anni del college e agli orrori affrontati in trincea durante la Prima guerra mondiale, quando combatté nella Battaglia della Somme del 1916.
Nei suoi racconti e romanzi, tra le cui pagine affronta la lotta suprema tra il Bene e il Male e ci mette in guardia dalla corruzione del potere, si affacciano le esperienze e gli affetti di una vita, trasfigurati sotto la lente del fantasy. Non è un caso che per descrivere Il Signore degli Anelli, la sua opera più monumentale, pubblicata per la prima volta in tre volumi tra il 1954 e il 1955, abbia usato queste parole: «È scritto nel mio sangue, così com’è». Un capolavoro tradotto in 38 lingue e tra i maggiori bestseller di sempre, con oltre 150 milioni di copie vendute, tanto che secondo il quotidiano inglese Sunday Times il mondo si divide solo in due categorie: coloro che lo hanno letto e coloro che lo leggeranno. A rievocare l’uomo dietro l’artista ci ha pensato il finlandese Dome Karukoski: dopo il successo del biopic Tom of Finland, il regista si mette alla prova con una pellicola che racconta cosa ha dato origine alla Terra di Mezzo e ai suoi abitanti.