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Gli Anelli del Potere, solo i veri fan del Signore degli Anelli hanno colto questa citazione

Nella seconda stagione della serie sono stati nominati due personaggi che hanno avuto un enorme impatto su tutta la Terra di Mezzo e i suoi popoli

Gli Anelli del Potere, solo i veri fan del Signore degli Anelli hanno colto questa citazione

Nella seconda stagione della serie sono stati nominati due personaggi che hanno avuto un enorme impatto su tutta la Terra di Mezzo e i suoi popoli

una citazione degli anelli del potere capita solo dai veri fan del signore degli anelli

Nella serie Gli Anelli del Potere, le cui puntate stanno uscendo settimanalmente su Prime Video, non mancano di certo i collegamenti con Il Signore degli Anelli. Alcuni sono palesi, altri sono più sottili, e danno adito a interessanti teorie, e altri ancora sono invece così specifici che serve una vasta conoscenza delle opere di J.R.R. Tolkien per coglierle appieno. È probabilmente il caso di una citazione fatta durante il secondo episodio della seconda stagione da uno dei personaggi più famosi della Terra di Mezzo.

I nuovi episodi ci hanno infatti mostrato Círdan, l’Elfo della stirpe dei Teleri noto come Il Carpentiere, e annoverato come più antico abitante della Terra di Mezzo nella Terza Era assieme a Tom Bombadil e Barbalbero. Il futuro signore dei Porti Grigi è uno dei tre portatori degli Anelli del Potere degli elfi, nello specifico di Narya, che lo stesso consegnerà poi all’Istari Gandalf una volta giunto nell’Ovest. Nella seconda puntata è lui a convincere Re Gil-Galad dell’utilità degli Anelli, della necessità di distinguere l’opera dal suo creatore, ovvero Sauron. Nel farlo, dice: «Getteresti i versi di Rúmil nel fuoco solo perché il poeta era un ubriacone?» e anche «Non chiedermi di Daeron, era insopportabile. Ma la sua voce… poteva far piangere al sole lacrime di fuoco». Due nomi che forse ai più non avranno detto molto, ma il loro impatto su tutto l’universo del Signore degli Anelli è profondissimo.

Il primo è conosciuto anche come Rúmil di Tirion, nome di una delle città di Valinor (la terra dei Valar), ed è stato il primo storico del suo popolo, noto per aver inventato l’alfabeto per il Quenya, l’Alto Elfico. Tolkien ne ha scritto poco sia nel Signore degli Anelli che nel Silmarilion, ma il Sarati è decisamente famoso nel franchise: Fëanor della stirpe elfica dei Noldor lo ha usato come base per l’alfabeto Tengwar, che ha rimpiazzato il Cirth come più popolare sistema di scrittura. Nella trilogia di Peter Jackson, lo vediamo scritto sulle Porte di Durin che segnano l’ingresso alle miniere di Moria, sulla spada Pungolo ed è in questo stesso alfabeto che è scritto il Poema dell’Anello stesso

Daeron non è da meno. Elfo sindari abitante di Doriath durante la Prima Era, viene descritto da Tolkien come un menestrello e studioso capo di Re Thingol – lo stesso dietro all’acerrima rivalità tra nani ed elfi. È il creatore dell’alfabeto citato poco sopra, il Cirth: prima del suo lavoro, il Sindarin era una lingua esclusivamente parlata, mentre grazie a lui gli elfi di Doriath hanno trovato modo di scrivere, e così hanno fatto i nani di Belegost, dettaglio che ha reso inviso il Cirth agli elfi col tempo. Ne Lo Hobbit e nel Signore degli Anelli, tracce di questo alfabeto sono riscontrabili nel libro di Mazarbul che Gandalf legge nelle miniere di Moria, sulla spada Anduril impugnata da Aragorn e sui tatuaggi di Dwalin

Insomma, anche in questo caso Gli Anelli del Potere ha dimostrato di essere profondamente radicato nella mitologia di Tolkien e del Signore degli Anelli. Avevate colto questa citazione? Gli ultimi quattro episodi ne sapranno riservare sicuramente delle nuove, per la gioia dei fan e dei curiosi.

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Foto: Prime Video

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