Golden Globes: nuova bufera e grave stop per l’edizione 2022. E Tom Cruise si unisce alle critiche

Ecco gli ultimi sviluppi delle polemiche che negli Stati Uniti stanno investendo i premi della Hollywood Foreign Press Association

Golden Globes

Non accenna a calmarsi la bufera che ha investito la Hollywood Foreign Press Association, l’associazione dei giornalisti della stampa estera di Hollywood che assegna ogni anno i Golden Globes.

La NBC, il network che tradizionalmente mandava in onda i celebri premi hollywoodiani, ha annunciato infatti che non trasmetterà la prossima edizione dei riconoscimenti in programma nel 2022.  

Nelle ultime ore si espressa molto duramente contro l’HFPA Scarlett Johansson, che aveva mosso ai suoi danni gravi accuse di sessismo, e a seguire le ha fatto eco anche il gesto di Tom Cruise, che ha deciso di restituire al mittente le tre statuette vinte per Jerry Maguire, Nato il quattro luglio e Magnolia

Adesso per l’organizzazione si profilano due scenari possibili all’orizzonte: o attuare in tempi più rapidi riforme radicali, o, in assenza di cambiamenti celeri in termini di inclusività, affrontare un anno senza la NBC dalla sua. 

«Continuiamo a credere che la HFPA voglia intraprendere riforme significative. Ma cambiamenti di questa grandezza richiedono tempo e lavoro e pensiamo fermamente che l’associazione debba fare le cose per bene. Per questo non manderemo in onda i premi 2022, ma pensiamo di poterlo fare nel gennaio 2023», ha annunciato la rete stessa in un comunicato.   

A essere duramente discussi, a proposito della HFPA, sono i suoi criteri di selezione e accesso, ritenuti conservatori, e alcuni presunti comportamenti discriminatori: erano stati sollevati, ad esempio, i casi di aspiranti membri non bianchi le cui candidature erano state rifiutate.

A finire nell’occhio del ciclone era stato anche il regolamento che escludeva dalla categoria di miglior film i titoli di produzione americana ma parlati in altre lingue, permettendo loro di concorrere solo nella categoria di miglior straniero (come nel recente caso di Minari, vincitore quest’anno). Un membro, poi sospeso, in una mail aveva bollato il movimento Black Lives Matter come «un’organizzazione dedita all’odio».

«Non abbiamo lavorato con la HFPA da quando sono stati sollevati questi problemi e, come il resto dell’industria, ci aspettiamo una risposta più incisiva per cambiare la nostra posizione», ha detto nei giorni scorsi il capo degli studi Amazon Jennifer Salke, facendo eco a una lettera di Ted Sarandos, responsabile dei contenuti di Netflix. Per il boss del colosso di streaming di Los Gatos sono inaccettabili i tempi (l’arco temporale designato è di 18 mesi) che la HFPA si è data per incrementare l’inclusività dei suoi membri del 50% (degli 86 giornalisti che compongono l’associazione, nessuno è nero).

Che ne pensate della decisione della NBC? Fatecelo sapere, come sempre, nei commenti.

Foto: Getty (Frazer Harrison/Getty Images)

Fonte: Deadline

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