Beau ha paura, ultima fatica cinematografica di Ari Aster prodotta da A24, è stato senza dubbio uno dei film più divisivi dell’ultima stagione cinematografica. Dopo gli unanimi consensi ottenuti con i precedenti Hereditary e Midsommar, il regista ha portato sul grande schermo un’opera dai toni decisamente criptici e allucinati che non ha mancato di alimentare il dibattito tra i fan.
Ari Aster, dal canto suo, si è detto tuttavia deluso da quello che lui stesso ha definito in una recente intervista come il “mancato impegno” da parte del pubblico nel cercare di comprendere il film. Sulla questione il giovane regista statunitense si è così espresso:
«Il film finisce in un cinema che si svuota gradualmente durante titoli di coda, con un pubblico molto indifferente. Non ero del tutto pronto, per quanto il finale si sia poi rivelato profetico.»
Aster è entrato nel dettaglio tirando in ballo quella che è forse la scena più discussa del film:
«Una cosa che mi entusiasma di Beau è che ci sono alcune cose che ho sepolto nel film di cui ancora non si è parlato, e sono rimasto un po’ deluso dal modo in cui la gente si è approcciata al film al primo rilascio, perché è stata un verdetto decisamente netto molto basato sul “Beh, non tutto funziona.” È come dire: “Bene, aspetta, cosa non funziona?”. Il film è un esperimento sotto vari aspetti. Anche quello che trova in quella soffitta è una provocazione molto specifica. Sto deliberatamente facendo saltare in aria l’intero film. La gente ne ha parlato come una delusione quando chiaramente – sì, questo è lo scherzo! Dovete interpretare questo, giusto?»
Aster ha detto che molti altri indizi non colti dal pubblico sono stati nascosti nel film. Secondo il regista, questo sarebbe uno dei motivi che avrebbe portato ad una scarsa “empatia” del pubblico stesso verso Beau ha paura:
«Questo è stato frustrante perché mi sono preso il tempo di inserirli chiedendomi se il pubblico li avrebbe colti. Quando fai un film come questo, ti senti in qualche modo come se ti stessi tirando dentro. Mi sono sentito molto protettivo verso questo film quando è uscito. L’ho detto prima, ma è assolutamente il mio film preferito e penso che sia stato davvero il massimo che potessi fare.»
Il regista ha poi aggiunto:
«Ho sempre saputo che il film sarebbe stato polarizzante e che è progettato per essere divisivo. Ho fantasticato sul fatto che una volta un film come questo avrebbe potuto dividere il pubblico, e che lo avrebbe reso entusiasta di andare al cinema per farsi un’idea propria […] Sapevo che questo film sarebbe stato o amato o odiato. Però speravo che la voglia di dibattito intorno ad esso fosse maggiore e non che l’opinione generale si tramutasse in qualcosa che spingesse il pubblico a non vederlo. Quindi, il film sarà sempre polarizzante, ma mi auguro che la gente continui a guardarlo per farsi un’opinione.»
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Fonte: Variety
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