telegram

Il disegno e la libertà: intervista a Milo Manara

Da Fellini a Charlie Hebdo, passando per Spider-Woman, il maestro del fumetto internazionale racconta la sua carriera, le sue amicizie e la sue idea di satira tra ricordi e prospettive future

Il disegno e la libertà: intervista a Milo Manara

Da Fellini a Charlie Hebdo, passando per Spider-Woman, il maestro del fumetto internazionale racconta la sua carriera, le sue amicizie e la sue idea di satira tra ricordi e prospettive future

Labbra carnose, capelli folti, gambe lunghe e dita affusolate. Le donne di Milo Manara sono entrate nell’immaginario pop in punta di piedi per non andarsene più. Basta chiudere gli occhi per vederle: stese su un fianco, coperte a malapena da un lenzuolo, consapevoli e ammiccanti, come fossero attrici davanti alla telecamera. Donne comuni, ma anche regine e supereroine: quello che le contraddistingue, senza eccezione, è la loro credibilità. Milo Manara ne ha sempre fatta una questione di principio, voleva che i suoi personaggi fossero convincenti. Nel corso della sua lunga carriera, Milo ha lavorato per moltissimi editori, dall’Italia alla Francia agli Stati Uniti; amico del compianto Georges Wolinski e di Federico Fellini, ha collaborato anche con Enzo Biagi e Almodóvar. Oggi è un pezzo di storia vivente del fumetto internazionale e – come abbiamo verificato durante il nostro incontro – è capace di virare con naturalezza dal cinema d’autore alla narrativa pop. L’abbiamo intervistato anche perché è stato autore di alcune delle più belle cover Marvel dalla chiacchieratissima Spider-Woman, a Gamora, gli X-Men e a tanti altri.

Best Movie: Molte delle sue opere più famose ritraggono donne. Cosa rappresentano per lei?
Milo Manara: «In questo campo non credo di essere così originale. Sono millenni che nelle arti figurative la donna rappresenta un simbolo, un paradigma. Io ho semplicemente ripreso una tradizione che nel corso dei secoli è stata praticata dai grandi. E la recupero senza voler fare nessun paragone, davvero».

BM: Nella sua carriera ha collaborato con grandi del fumetto e del cinema, in particolare con Federico Fellini che sceneggiò due lavori che lei disegnò, Viaggio a Tulum e Il viaggio di G.Mastorna. Che cosa ricorda di lui?
MM: «Uno dei ricordi più curiosi risale a qualche anno fa: la nostra collaborazione si basava sulla sua direzione e io mi limitavo a eseguire in modo ubbidiente. Allora, eravamo nella prima fase del nostro lavoro e Fellini decise di andare a Chianciano insieme a Giulietta. Io andai con loro per continuare a lavorare. Quando calò la sera, però, noi non avevamo ancora finito, dunque chiedemmo se ci fosse un’altra camera anche per me, ma l’hotel era completo; provammo anche con gli altri alberghi della zona, ma niente. Fellini domandò allora che venisse portato un lettino nella camera sua e di Giulietta, e così passai la notte insieme a questi due mostri sacri del cinema. Credo che una cosa del genere non sia capitata a molti».

BM: Lei è stato uno dei più cari amici di Georges Wolinski, uno dei disegnatori rimasti uccisi nella strage di Charlie Hebdo. Alla luce di quanto successo, che cosa rappresenta ora il giornale francese?
MM: «L’aspetto che più mi ha colpito è stata la reazione di Parigi. I francesi si sono resi conto che colpendo questo settimanale si attaccava il senso stesso della laicità dello Stato. Ed è questo che conta: la difesa della laicità. La laicità che è alla base delle leggi dei Paesi europei ed è la garanzia per tutte le religioni del mondo».

Ha disegnato moltissimi dei personaggi Marvel. Dovesse scegliere, quale sarebbe il suo preferito?
«Non saprei. In generale non è che abbia delle preferenze. Io cerco di interpretare i vari caratteri dei personaggi. Provo a farmi spiegare le loro caratteristiche, dandone sempre una lettura nuova perché devo addentrarmi in un territorio abbastanza sconosciuto per me. Il mio obiettivo è quello di renderli il più credibili possibili»

Leggi l’intervista completa su Best Movie di aprile, in edicola dal 25 marzo.
Sotto Scarlet Witch disegnata da Milo Manara.

Foto: © Courtesy of Milo Manara

© RIPRODUZIONE RISERVATA