Il povero, il ricco e il maggiordomo: la recensione del film di Aldo, Giovanni e Giacomo

Dopo 4 anni il trio di comici torna al cinema

Il povero, il ricco e il maggiordomo segna, dopo quattro anni, il ritorno al cinema del trio di comici più apprezzati d’Italia: Aldo, Giovanni e Giacomo. E ad accompagnarli alla regia questa volta c’è Morgan Bertaccia.

Sono lontani ricordi le risate e i sospiri che suscitavano i primi film, con quel misto di ilarità e malinconia che ha saputo conquistare pubblico e critica, ma l’opera è sicuramente superiore agli ultimi due film del trio (Il Cosmo sul comò e La banda dei babbi Natale).

Non ci sono idee innovative e i momenti più divertenti sono relegati agli sketch intramontabili che li hanno resi famosi e che ormai sono entrati nell’immaginario comune della comicità italiana; ma la scrittura è semplice e lineare – ritmata dalla colonna sonora che tra inediti e grandi classici scandisce il tempo allegro del film – e il messaggio finale vuole essere di speranza: “collaborando, si può – in qualche modo – superare anche la crisi”, come ha affermato lo stesso Giacomo Poretti in conferenza stampa.

Giacomo è un ricco broker, viziato e superficiale (spendere 40.000 euro per un’opera di Ungaretti non lo rende un uomo di cultura), passa le giornate giocando a golf e investendo soldi altrui. Aldo è un ambulante abusivo, sogna di acquistare un furgone e la licenza; vive con la madre Calcedonia (Giuliana Lojodice) ed è terrorizzato dalle donne. Le loro strade si incontrano (anzi  si scontrano) quando Aldo viene investito dall’auto di Giacomo, guidata dal fidato maggiordomo Giovanni.

Per evitare denunce e corse in ospedale i due offrono al malcapitato 1000 euro in cambio di alcuni lavoretti alla villa di famiglia. Ma i 1000 euro svaniranno presto, così come la liquidazione di Giovanni, che aspetta per potersi posare con Dolores, la bella cameriera venezuelana (Guadalupe Lancho, attrice spagnola alla sua prima apparizione in Italia). A causa di un investimento sbagliato Giacomo ha perso tutto: soldi, lavoro, casa, moglie (Sara D’Amario).

Rispolverando il cliché del ricco che diventa povero si aprono una serie di disavventure volte a risollevare le sorti del malcomposto gruppo.

Al cinema dall’11 dicembre, sarà una buona alternativa al classico cinepanettone.

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