Iron Man sarà come James Bond

Ovvero una saga infinita in cui tanti attori diversi si passano il testimone nell'interpretare il personaggio di Tony Stark. Sembra questo il destino dell'eroe corazzato rivelato dal produttore Kevin Feige

Mancano poche settimane all’inizio delle riprese di Iron Man 3, che inizieranno alla fine di maggio, e dalla voce del produttore Kevin Feige (lo stesso di The Avengers, leggi qui la sua intervista) arriva una notizia alquanto sconvolgente.

Per il momento la partecipazione al terzo capitolo del franchise sull’uomo corazzato di Robert Downey Jr., è più che certa, ma, se in futuro l’attore non fosse più disponibile, allora si continuerebbe anche senza di lui. Perché per quanto Downey abbia reso giustizia al personaggio, gli abbia dato corpo e anima e lo abbia reso incredibilmente popolare, lui non è Tony Stark e quindi il franchise è da considerarsi slegato all’attore che lo interpreta, proprio come è successo in tanti anni con James Bond (nei cui panni si sono calati ben sei attori diversi: Sean Connery, Roger Moore, George Lazenby, Timothy Dalton, Pierce Brosnan e Daniel Craig).

Questo quanto ha dichiarato a Feige durante una recente intervista:

«Penso che Bond sia un esempio appropriato. Mettiamola in questo modo: io spero che Downey possa ancora interpretare molte volte Tony Stark, ma se e quando non lo farà più, e io sarò ancora qui a produrre le pellicole, non trasferiremo il personaggio in Afghanistan per inventarci le sue origini. Ma lo bondizzeremo! Anche perché oggi i prequel e i reboot hanno iniziato a stancare. Penso che sia come se dopo la saga di Star Wars nessuno abbia più voglia di sentir parlare di prequel e reboot, che vengono percepiti come se fossero la stessa cosa. E la risposta del pubblico è: “Oh, hanno finito le idee, che brutto”. Ho visto però The Amazing Spider-Man. È favoloso. È totalmente fresco e unico nel suo genere».

C’è da chiedersi però quanti capitoli su Iron Man abbiano intenzione di realizzare, e se come Bond abbiano intenzione di raggiungere quota 23, perché il pubblico non è stanco solo di prequel e reboot, ma anche di saghe infinite destinate a diventare sempre più deboli e stanche.

Fonte: BadassDigest

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