A Hollywood si dice che Jennifer Lopez abbia un fiuto straordinario. Che si tratti di musica, cinema o televisione, raramente sbaglia un colpo e con tutta probabilità Ricomincio da me, il film di cui è anche produttrice e che segna il suo ritorno sul grande schermo a quasi quattro anni dal thriller The Boy Next Door, confermerà questa tendenza (una previsione facile, avallata fra l’altro dal successo di Limitless, il singolo uscito a dicembre, che fa parte della colonna sonora del film).
Ma lei la pensa diversamente: «Ho anche fatto film brutti e brutte canzoni ma non ho mai preso certi insuccessi come un fallimento personale o professionale, forse è questo il mio segreto. Con il tempo ho imparato a seguire l’istinto e a dire di no. Ho imparato a essere selettiva. A volte seguire le proprie passioni non basta. Le opportunità arrivano spesso quando impari a dire no». Che poi è quello che succede a Maya, il personaggio che interpreta in Ricomincio da me, vero e proprio inno alla vita e alle seconde possibilità che può regalare, se sei in grado di coglierle. Diretto da Peter Segal, il film è una commedia sentimentale e vede nel cast, oltre alla Lopez, Vanessa Hudgens, Milo Ventimiglia – nel ruolo del danzato – e Leah Remini in quello della migliore amica della protagonista, una donna in gamba ma non istruita, che si vede puntualmente superare in carriera da colleghi mediocri ma laureati. Maya quindi decide di darsi una seconda possibilità, barando un po’ sul curriculum e accettando un’offerta di lavoro prestigiosa.
Questo film sembra fatto apposta per spronare le donne ad accettare le s de e non farsi spaventare da chi fa la voce grossa o ha migliori titoli sulla carta.
«Questa è una chiave di lettura che mi inorgoglisce molto. È importante per me mostrare alle donne che non c’è una sola via al successo ma molte strade. Guardate me, per esempio. Io, come Maya, non ho ricevuto una grande educazione scolastica, sono cresciuta nel Bronx, non sono andata al college».
Non ti piaceva studiare?
«No, non ero una cattiva studentessa, non sono andata al college per mancanza di opportunità e perché avevo altri sogni. Non ho mai fantasticato di andare ad Harvard, sapevo di voler fare l’artista. E anche se oggi tutti coloro che lavorano con me, anche a livello artistico, hanno una cultura universitaria, ho imparato per esperienza che ci sono anche altre vie per il successo».
Come si imboccano queste strade?
«Devi lavorare duro. E poi, certo, un po’ di talento aiuta. Ma il talento da solo non basta se non lo coltivi. Il segreto del mio successo è che ho lavorato più duramente di tanti altri e ancora oggi non smetto di farlo»
Leggi l’intervista completa su Best Movie di febbraio, in edicola dal 26 gennaio
Foto: © Universal Pictures