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L’americano Variety commenta il referendum italiano e le dimissioni di Renzi

Uno dei più illustri magazine sul cinema e l'intrattenimento riflette sul risultato referendario e sulle conseguenze per il nostro Paese e per la legge sul finanziamento ai film

L’americano Variety commenta il referendum italiano e le dimissioni di Renzi

Uno dei più illustri magazine sul cinema e l'intrattenimento riflette sul risultato referendario e sulle conseguenze per il nostro Paese e per la legge sul finanziamento ai film

Dopo la vittoria del No all’ultimo referendum costituzionale, l’illustre magazine americano di spettacolo Variety ha deciso di commentare le dimissioni di Matteo Renzi da Presidente del Consiglio con conseguente caduta del governo, aprendo inoltre una riflessione sullo status economico del nostro paese, ovviamente anche in riferimento alle produzioni cinematografiche e televisive.

Innanzitutto, secondo l’opinione del magazine, «rassegnando le proprie dimissioni Renzi avrebbe in questo modo consegnato un’importante vittoria all’ex-comico e blogger Beppe Grillo, guida del Movimento 5 Stelle ora determinato a governare il paese con il suo partito. L’ex premier aveva sostenuto le riforme per semplificare il processo  legislativo in Italia, in modo da dare nuovo slancio all’economia e a una più concreta modernizzazione. Il No ha però vinto con il 59,1% dei voti, battendo il 40,9% dei favorevoli al Sì. La comunità cinematografica italiana era ampiamente schierata per il Sì, tra i cui sostenitori annoveriamo Paolo Sorrentino o Gabriele Salvatores, definendo inoltre la scelta di approvazione delle riforme come “logica e naturale”».

Un’implicazione della vittoria del No comporterebbe adesso il rientro in fase di stallo di una a lungo attesa legge per il finanziamento dei film. La nuovo normativa che lascia infatti lievitare il credito d’imposta per le produzioni cinematografica e televisive internazionali dall’attuale 25% al 30% è stata già approvata dalle camere, anche se ha ancora bisogno di un decreto attuativo per entrare in vigore. Il No è stato letto dal magazine come ultima manifestazione di un’onda populista e anti-governativa che cerca di spazzare via l’Occidente, che va ad unirsi alla Brexit e all’elezione di Donald Trump come Presidente degli Stati Uniti d’America.

Il giornale ricorda anche che «Grillo è un fervente sostenitore dell’uscita dall’euro dell’Italia, e le dimissioni di Renzi hanno visto il crollo della moneta unica europea al valore più basso da 20 mesi a questa parte, quasi in parità con il dollaro, con la paura che l’instabilità del nostro Paese possa riaccendere una profonda crisi finanziaria in Europa. L’ex-premier dovrebbe rassegnare ufficialmente oggi le dimissioni al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che probabilmente chiederà a Renzi di restare in carica fino all’attuazione di una solida Legge di Bilancio (attesa per fine mese)». La mossa successiva – conclude il magazine- sarà quella di nominare un governo di transizione fino alle elezioni del 2018, anche se potrebbe essere costretto a indire un nuovo voto nazionale in anticipo: «In entrambi i casi», conclude Variety, «il Movimento 5 stelle cercherà di cavalcare l’onda anti-governativa in Italia».

Fonte: Variety

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