Ritariamo gli status anagrafici: i 50 sono i nuovi 40, i 40 i nuovi 30, i 30 i nuovi 20. Quindi i 20 cosa sono?, vi starete chiedendo. I nuovi 10? No, paradossalmente sono i nuovi 30. Non vi sembra sensato? Diciamo che, studiando le pellicole recenti o in uscita, abbiamo osservato che le dive giovani si invecchiano per fare le sciantose e le mature si tolgono gli anni continuando a fare parti da femmes fatales. Quindi, mentre la ventitreenne Jennifer Lawrence lavora di trucco e parrucco per adeguarsi ai compagni di scena della futura uscita American Hustle (vedi pag. 16), Penelope Cruz e Cameron Diaz, rispettivamente 39 e 41 anni, si dividono le scene sexy in The Counselor – Il procuratore (pag. 12), Naomi Watts e Robin Wright si litigano i reciproci figli ventenni in Perfect Mothers (rispettivamente 45 e 47 anni), mentre Nicole Kidman a 46 fa la principessa Grace Kelly ai tempi in cui sposò il Principe Ranieri. E quando si vuole rappresentare una over forty? Vedi il caso della separata di Crazy, Stupid, Love? Allora si convoca Julianne Moore (53 all’anagrafe).
Il quadro è alquanto sfalsato e a motivarne le ragioni ci vengono in soccorso elementi di funzionamento dello star system e un pizzico di sociologia spiccia. Innanzitutto, va chiarito un principio di fondo: la Hollywood di oggi è “un paese per vecchi”, tanto che persino gli action hero sono gli stessi degli anni ’80; piuttosto di un pischelletto sconosciuto si preferisce andare sul sicuro con i 50enni, vedi Tom Cruise in M:I 5 o Brad Pitt in World War Z, per non parlare di Stallone and company che lavorano a ritmo forsennato alla bellezza di 60 anni e dintorni. E, per giunta, è un Paese per maschi, in particolar modo da quando la sceneggiatura ha ceduto il passo agli effetti speciali. Se l’esempio ultimo di successo globale al botteghino è L’Uomo d’Acciaio, in cui l’eroina femminile Lois Lane (la 38enne Amy Adams) compare in tutto il film dieci minuti e per il resto della pellicola ci sono solo scazzottate su scazzottate tra tipi in calzamaglia, è difficile lasciare il segno nella memoria. A subirne le conseguenze maggiori di questo trend action-machista sono proprio le giovani che non riescono a scalzare dal podio le Grandi Signore.
È il caso di dirlo: non sono più i tempi dei disperati “Viali del tramonto”, delle Garbo che sparivano dalla scena all’apice del successo per rimanere forever young. Oggi, come recita il settimanale di settore Hollywood Reporter siamo in piena Era di «Vendetta delle over forty». Le quali, complice qualche ritocchino (anche digitale, perché no?), palettate di make up, ma soprattutto tanta ginnastica modellante e una buona alimentazione, un po’ di Yoga Kundalini e magari un aitante compagno al fianco continuano a fare le sex symbol a lungo.
Prendete Halle Berry, fisico scolpito da afroamericana, che ha indossato il bikini più vagheggiato degli ultimi anni ne La morte può attendere: chi potrebbe indovinare che l’attrice premio Oscar per Monster’s Ball ha la bellezza di 47 anni, mentre porta in grembo il secondo bambino e ha appena terminato di registrare le ultime scene da Tempesta nel nuovo X-Men col suo vitino da vespa? È proprio l’attrice a rappresentare più emblematicamente il nuovo modello femminile che non impera solo nel mondo cinematografico: il cosiddetto popolo rosa non si fa più ostacolare dai limiti biologici e dopo essersi costruito una solida carriera vuole dedicarsi alla famiglia, senza rinunciare a un centimetro del territorio conquistato.
Ecco spiegato il fiorire di primipare che si danno alla maternità dai 40 in su e si spingono anche fino ai 50 e oltre, continuando a fare le manager e le Working Girl, come recitava il titolo originale del celebre Una donna in carriera. […]
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