Lo Hobbit: 27 animali uccisi? Peter Jackson respinge le accuse

Intanto continuano le polemiche tra gli eredi di Tolkien e Warner Bros. sull'uso improprio dei diritti di sfruttamento

Tempi duri per Warner Bros. e Peter Jackson. A una settimana dalla premiere de Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato, si moltiplicano le polemiche legate alla morte di 27 animali impiegati nella produzione del film. Secondo la PETA, associazione in difesa dei diritti degli animali, Warner Bros. sarebbe colpevole del loro decesso. Un fatto che risale a circa 1 anno e mezzo fa e che non sarebbe avvenuto durante le riprese del kolossal, ma in fattorie in cui venivano ospitati. Intanto Warner Bros. e New Line Cinema non sono rimaste alle corde senza reagire e hanno già ribattuto senza esitazione con un comunicato stampa ufficiale, respingendo le accuse, evidenziando come questa polemica sia sorta a pochi giorni dalla premiere e affermando che la denuncia proviene da mandriani freelance già licenziati diversi mesi fa per giusta causa.
Sotto, la risposta di Warner Bros. e New Line Cinema alle accuse:

“La Warner Bros. Pictures e la New Line Cinema si uniscono a Peter Jackson e ai produttori dello Hobbit nello smentire fermamente e condannare le accuse di abuso sugli animali durante la realizzazione dei film.

La produzione si è comportata responsabilmente nel dare una pronta risposta agli incidenti occorsi agli animali durante il lungo processo di riprese e, infatti, ha preso una serie di misure per proteggere tutti gli animali ospitati nelle fattorie, inclusi quelli non coinvolti con i film.

Vorremmo sottolineare il tempismo con cui è stata diffusa questa disinformazione – vista l’uscita imminente del primo film – e ci limitiamo a far notare che la fonte di queste accuse può ricondursi a mandriani freelance che la produzione ha licenziato oltre un anno fa per giusta causa. Siamo fieri del lavoro svolto con Peter Jackson, la sua troupe e i Neozelandesi”.

Ma i guai non finiscono qui. Continua, infatti, la battaglia degli eredi di J.R.R. Tolkien contro Warner Bros. per aver sfruttato impropriamente i diritti de Lo Hobbit, ledendo la reputazione dello scrittore. A essere sotto accusa sono alcuni giochi d’azzardo e slot machine online che utilizzano personaggi, ambientazioni e sequenze del film de Il Signore degli Anelli. Warner Bros. potrebbe, quindi, aver superato il limite, visto che i diritti di sfruttamento si limiterebbero alla riproduzione di stauette, abbigliamento e prodotti di cartoleria, violando così gli accordi legati al merchandising. Ma il bello deve ancora venire! Nonostante i diritti de Lo Hobbit e de Il Signore degli Anelli siano stati venduti nel 1969, gli eredi di Tolkien hanno richiesto ben 80 milioni di dollari di risarcimento, in quanto questo fatto offenderebbe la memoria dello scrittore.

(Fonte: Hobbitfilm)

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