Lo Hobbit, addio alla Terra di Mezzo: le impressioni dei fan su La battaglia delle cinque armate

L'ultimo capitolo dell'Avventura di Bilbo ha diviso gli appassionati

Martedì abbiamo assistito all’anteprima nazionale di La Battaglia delle Cinque Armate (leggi la nostra recensione) insieme a tantissimi fan accorsi da tutta Italia, al punto che l’organizzazione ha dovuto estendere l’iniziativa a un’altra sala per contenerci tutti; qualcuno è giunto anche in cosplay, tra gli hobbit c’erano anche Beorn e un Nazgûl!

Abbiamo quindi raccolto qualche parere, tra gli appassionati di vecchia data cosi come tra i fan più giovani.

I giudizi sono stati molto variegati, Mattia ci ha detto: «Sono rimasto sconvolto da tutti i cambiamenti e le libertà che Jackson si sono preso negli ultimi due film, il libro è diventato una lontana fonte d’ispirazione, una traccia neanche troppo evidente». Veronica e Giovanni invece erano alquanto entusiasti: «È il migliore dei tre! L’azione comincia fin da subito e procede incessante fino alla fine, ci ha tenuto costantemente col fiato sospeso!».

Alessia, tolkieniana di ferro non ha gradito l’opera nel suo complesso, giudicandola viziata dalle esigenze commerciali. «Ma è stato bello vedere come Peter Jackson abbia inserito così tanti riferimenti al Signore degli Anelli, anche a livello visivo ci sono stati molti richiami alla Trilogia.»

«Non mi è piaciuto.” ha affermato deciso Marco: «A parte alcuni momenti piuttosto toccanti mi è parso molto superficiale, tirato via. E poi Bard e suo figlio impegnati in una versione fantasy della vicenda di Guglielmo Tell non mi è andata giù, così come tutte le acrobazie improbabili che vengono fatte fare a Legolas, niente più che una marionetta digitale.»

Elisa, esausta dopo più di sette ore di maratona ha speso qualche parola sui personaggi principali: «Mi è piaciuto tantissimo il modo in cui è stato reso il conflitto interiore di Thorin, Richard Armitage ci si è impegnato tanto, si vede!»

C’è stato anche chi ha gradito totalmente il film, come Roberto: «Le scene di battaglia erano fichissime! Gli elfi che si muovono all’unisono, il capo dei nani (Dain, interpretato da Billy Connolly n.d.r) che abbatte decine di orchi a testate! Bello, bello! Peccato che fosse l’ultimo.»

Insomma, pare che con gli ultimi due film Jackson & Co. abbiano deciso di non limitarsi a soddisfare gli appassionati, cercando soprattutto di coinvolgere maggiormente anche chi è nuovo al mondo della Terra di Mezzo. Certamente ciò ha portato ad alcuni compromessi e libertà rispetto alla materia originale, particolarmente accentuati in quest’ultimo capitolo; hanno forse calcato troppo la mano, spesso sfiorando il grottesco, complice una computer grafica fin troppo stilizzata. Ciò ha quindi fatto storcere il naso non solo ai puristi, ma anche a coloro che si sono innamorati della poetica jacksoniana più umile e classica, in questo film limitata a pochissimi momenti.

Fabio, nascondendo goffamente la voce tremula ha sospirato: «È finita, dopo un viaggio durato 14 anni il cerchio si è chiuso, ho visto La Compagnia dell’Anello a nove anni e sono cresciuta con questi film, ho imparato molto da questi film anche a livello interiore, propongono una visione del mondo e di chi lo abita che condivido e ho adottato appieno. Soprattutto grazie a questi film ho imparato ad amare il Cinema, il che credo fosse anche l’intento di Peter Jackson, far venire voglia nel proprio pubblico di fare film.»

Adesso non resta che aspettare l’edizione estesa del film, che vedrà la luce probabilmente il prossimo novembre, mentre attendiamo con ansia i nuovi progetti di Peter Jackson, che a parte Tintin aveva già espresso il desiderio di tornare a fare film “piccoli”, con un budget moderato e fuori dal circuito delle Major hollywoodiane. In tal modo speriamo che ritorni al suo piccolo grande cinema, in cui da ogni inquadratura traspare tutta la sua passione di artigiano.

Ringraziamo Paolo Bassani e tutto lo staff dell’IMG Cinemas di Mestre per averci gentilmente ospitato, permettendoci ancora una volta di fare capolino nella Terra di Mezzo prima che quella verde porta rotonda si chiudesse di nuovo, questa volta per sempre.

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