Durante la quarantena una madre single ha deciso di iniziare a produrre miele in casa, e ha avuto l’idea di chiamarlo “Miel Gibson”. Sulla carta una trovata simpatica e potenzialmente efficace per lanciare il proprio prodotto organico, con un simpatico gioco di parole su un attore e regista di fama internazionale. Gibson tuttavia pare non averla pensata allo stesso modo, visto che, come riportai il New York Times dando conto della storia, ha intentato un’azione legale ai danni della donna.
«Siamo gli avvocati di Mel Gibson – recitava la lettera che la produttrice di miele casalingo si è vista recapitare al suo domicilio – Abbiamo rilevato che sta utilizzando illegalmente il nome e/o la somiglianza e/o la biografia del signor Gibson per commercializzare o vendere prodotti a base di miele».
Si tratterebbe di una lettera pre-impostata che viene inviata in automatico, in tutte le occasioni nelle quali lo studio legale riscontri una situazione analoga. La signora improvvisatasi produttrice di miele, cilena e di nome Yohana Agurto, è un’ex insegnante ora disoccupata, che ha perso il lavoro negli ultimi mesi. «La mia motivazione non era quella di trarre profitto utilizzando l’immagine di una persona famosa. Vendo miele per sopravvivere. Mi sono resa conto di trovarmi contro Golia», ha detto, spiegando di aver avuto l’idea di commercializzare il proprio miele biologico con un nome ispirato al divo australiano di Braveheart – Cuore impavido per sbarcare il lunario.
La signora aveva chiesto a un amico grafico di disegnare un logo con una scena raffigurante il celebre film da Oscar sull’eroe scozzese, per avere un’etichetta immediatamente riconoscibile e d’impatto da apporre sui barattoli di miele. Si è fatta pubblicità sui social media e con il passaparola, raccogliendo abbastanza ordinazioni da pagare le bollette e poter sostenere con più tranquillità le spese domestiche e quelle per i suoi quattro figli.
Dopo aver ricevuto l’ingiunzione da parte dei legali di Gibson (inizialmente aveva pensato a uno scherzo, ma purtroppo per lei non era così), si è arrivati a un compromesso: la donna potrà tenere il nome e lo slogan, che si rivolgeva solo ai coraggiosi, ma le toccherà rimuovere il viso di Gibson e non potrà più sfruttare il suo volto.
Indipendentemente da tutto, la signora Agurto ha detto che le piacerebbe inviare un campione omaggio di Miel Gibson a Mel Gibson. Vuole che sappia, a quanto pare, che dopo ciò che è successo non ha smesso di essere una sua fan.
E voi, cosa ne pensate di questa singolare storia? Fatecelo sapere, come sempre, nei commenti.
Fonte: New York Times
Foto: Getty (Karwai Tang/WireImage)
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