Melancholia

Un matrimonio in una villa di campagna, due sorelle, la fine del mondo. Lars Von Trier alle prese con un affascinante miscuglio di dramma familiare e science fiction

Per la sua ultima fatica, il regista danese Lars von Trier parte da un disagio privato (la depressione) per contestualizzarlo prima in una satira dell’alta società borghese (primo tempo), poi – con un cambio di tono e ruoli con pochi precedenti al cinema – in un dramma catastrofista fantascientifico (secondo tempo). Von Trier non ha mai nascosto i propri problemi psicologici né di usare il cinema come terapia. Melancholia estremizza allora la sua vocazione nichilista e misogina – già fortemente presente in Antichrist – raccontando la storia di una ricca famiglia americana riunita in una grande villa di campagna per celebrare il matrimonio infelice della figlia minore Justine (Kirsten Dunst, Palma d’Oro a Cannes). Cambio di scenario: è passata qualche settimana e del neo-marito non c’è più traccia ma si ritorna in quella stessa villa dove la sposa, ora, è ospite della sorella Claire (Charlotte Gainsbourg) e del cognato. E in cielo un pianeta misterioso si avvicina inesorabilmente alla Terra… Melancholia non è altro che una fascinazione per immagini della “Fine”, un discorso sull’apocalisse sostenuto da un’estrema ricerca estetica che permea tutto il film.

Regia: Lars von Trier
Interpreti: Kirsten Dunst, Charlotte Gainsbourg, Kiefer Sutherland, Charlotte Rampling
Trama: La vita di Justine e della sua famiglia è sconvolta dalla minaccia di uno scontro tra la Terra e un altro pianeta.
Genere: drammatico
Durata: 136’

Da vedere perché: per dire la propria sul cinema provocatorio e misogino di un genio visionario come Lars von Trier.

Dal 21 ottobre 2011

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La scheda è pubblicata su Best Movie di ottobre a pag.102

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