Mine: i registi italiani ci raccontano il loro survival “immobile”

Fabio Guaglione e Fabio Resinaro, in arte Fabio&Fabio, spiegano del loro primo lungometraggio di respiro internazionale, con protagonista un inedito ed intenso Armie Hammer

Questa mattina in diretta dalla Casa del Cinema di Roma si è tenuta la conferenza stampa del film MINE, diretto dai registi made in Italy Fabio Guaglione e Fabio Resinaro che hanno presentato alla stampa italiana il loro primo lungometraggio, che verrà distribuito nelle sale italiane da Eagle Pictures. Alle loro spalle una produzione internazionale.

I due giovani autori nell’incontro moderato per l’occasione dal direttore di Best Movie, Giorgio Viaro, ci hanno parlato appassionatamente di Mine, un film pop d’autore che vede come protagonista assoluto Armie Hammer.

Il film non presenta nessuna specifica connotazione italiana, è il primo film di due registi italiani che chiunque può vedere allo stesso modo, senza additarlo come prodotto nostrano, e presenta al suo interno una pluralità di generi. Cos’è per voi il genere?

Fabio Guaglione: «Noi siamo cresciuti negli Anni’80, ci siamo cibati del cinema pop americano di quel periodo, rimescolato con un background europeo, soprattutto italiano, e abbiamo cercato sempre di usare il genere come un linguaggio per dire qualcosa, unendo il cinema più propriamente definito di genere con voci d’autore. Allora archetipi americani, come nel caso di Mine un protagonista, un marine degli Stati Uniti, e un’ambientazione come il deserto, anche se più legata ad un non-luogo dell’anima, si combinano con la nostra visione personale per sfuggire alla canonica idea di genere»

Perché avete pensato ad un progetto come Mine e quanto c’è di voi in questo film?

Fabio Guaglione: «Avendo preso contatti con The Safran Company, la casa di produzione dietro Buried, dopo il nostro cortometraggio Afterville e pensando a un progetto che potesse essere realizzato in modo pratico e non finire nella pila di script che attendono di essere finanziati, siamo partiti da un’immagine, l’uomo sulla mina, e abbiamo sviluppato una sceneggiatura che poi è andata in porto. Quest’immagine per noi è molto potente ed evocativa perché altamente simbolica: anche noi, come il protagonista, eravamo bloccati, dovevamo fare il passo che ci avrebbe condotto verso la realizzazione effettiva del film, e quindi vivevamo la sua stessa condizione psicologica»

Armie Hammer, che abbiamo visto recentemente a Venezia con Nocturnal Animals, è il vostro protagonista. Siete stati sin da subito convinti che potesse essere adatto per la parte, affidandogli per la prima volta il ruolo di protagonista assoluto di un lungometraggio?

Fabio Guaglione: «All’inizio avevamo un altro tipo di attore in mente ma, quando ci siamo resi conto che Armie aveva compreso nel dettaglio la sceneggiatura e le sue sfumature, oltre ad essere molto versatile nonostante le sue interpretazione precedenti fossero di stampo totalmente diverso, ci ha convinto senza alcun dubbio!»

Fabio Resinaro: «Armie voleva sostenere una parte di questo tipo, si è trasformato non solo a livello attoriale ma anche fisico, e credo sia riuscito con Mine ad offrire la sua performance migliore»

Hammer è Mike, un marine che, tornando da una missione militare svoltasi nel deserto, calpesta accidentalmente una mina, rimanendo immobile per evitare di saltare letteralmente per aria. Cosa rappresenta a livello simbolico la sua decisione di “non-agire”?

Fabio Guaglione: «Mike decide coscientemente di non muoversi ma, dietro la scelta di non-azione non vi è solo la necessità fisica di non far esplodere la mina, si nasconde anche ciò che il protagonista sente a livello inconscio. Esattamente come il genere del film, che passa da war movie, a dramma, per poi sfociare in survival, anche il personaggio subisce una radicale trasformazione che lo porterà non solo a cercare attivamente una soluzione per sopravvivere, ma anche a risolvere un conflitto con le sue più intime paure rimasto irrisolto da troppo tempo».

Guardando alla distribuzione, perché la scelta di avvicinarsi ad un film come Mine e proporlo nelle sale italiane?

Roberto Proia: «Eagle Pictures, che ha già distribuito Buried, con Ryan Reynolds, film che ha molto in comune con Mine, a cominciare da parte del reparto produttivo, vuole puntare su film che possano offrire qualcosa di nuovo allo spettatore. Nonostante, quando abbiamo iniziato ad interessarci al progetto, non sapevo fosse diretto da due registi italiani, sono convinto che rispetto al panorama di proposte italiane, questo film apra ad un nuovo linguaggio… e quindi abbiamo insistito per essere i primi ad uscire al mondo, il 6 ottobre, in 200 copie!».

 

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