L’agente di Timothée Chalamet ha rivelato di recente che l’attore “non fa provini da oltre sette anni”, accendendo le polemiche intorno ai presunti privilegi dell’attore e al suo godere di una corsia preferenziale rispetto ad altri interpreti.
“So che uno di questi attori ha girato un film in Medio Oriente negli ultimi mesi e non fa audizioni da più di sette anni“, ha twittato l’agente.
A quel punto molti utenti sui social media hanno fatto rimbalzare accuse di nepotismo contro Chalamet, visto che lo zio è il regista Rodman Flender e il nonno lo scrittore e sceneggiatore Harold Flender, senza contare che anche la madre, Nicole Flender, è un’attrice. Qualcuno ha anche asserito sul web che Chalamet, in quanto it boy del momento, goda di un certo white privilege rispetto a tanti altri attori neri che devono sempre e comunque sostenere i provini, facendone una questione razziale.
In ogni caso, Hollywood pare appunto abbastanza sicura e imperturbabile nell’affidare dei ruoli anche importanti a Chalamet “a scatola chiusa”, con i produttori evidentemente convinti e certi del suo talento e anche del riscontro commerciale portato dal suo essere l’attore più iconico e rappresentativo della generazione Z. Prossimamente, nel corso del 2023, rivedremo Chalamet di ritorno al cinema col sequel di Dune, dove tornerà a vestire i panni di Paul Atreides, e in Wonka, la storia del giovane Willy Wonka e del suo incontro con gli Umpa Lumpa in una delle sue prime avventure.
Foto: Getty (Samir Hussein/WireImage)
Fonte: Twitter
Leggi anche: Timothée Chalamet, la star compie gli anni e festeggia regalando ai fan uno scatto dolcissimo [FOTO]