Real Steel

Interessante connubio tra fantascienza e cinema sportivo che coniuga l’appeal di Hugh Jackman con l’esperta produzione di Spielberg. In uno sci-fi per famiglie con tutte le carte in regola per scalare il botteghino

Dopo l’affascinante mix di sci-fi e western di Cowboys & Aliens, ecco arrivare lo sci-fi/sport di Real Steel, tratto da un racconto breve di Richard Matheson e ambientato in una società futura dove l’ex pugile Charlie Kenton (Hugh Jackman) ha perso la sua ultima occasione di conquistare il titolo, quando un robot alto due metri lo ha sostituito sul ring. Il vecchio pugilato è ormai finito nel dimenticatoio, sostituito da inquietanti creature d’acciaio comandate a distanza con una console: Kenton si è
ridotto a fare il promoter a tempo perso, montando robot di poco valore con metallo di scarto e passando da un incontro clandestino all’altro. Giunto al punto più basso della sua carriera, Charlie, spinto dall’amica Bailey (Evangeline Lilly), accetta con riluttanza di mettere su una squadra insieme al figlio (Dakota Goyo) per costruire e allenare un concorrente per il titolo. Simbolicamente la scelta cade su un vecchio robot ripescato dalla polvere di una discarica, che nell’aspetto ricorda il gigante di ferro dell’omonimo film. E che contro ogni pronostico si dimostrerà imbattibile grazie a una trovata di Charlie: sostituire il comando in remoto mediante joypad con una sorta di training tradizionale. Una storia che mette assieme Rocky, Transformers e Corto circuito (per la struggente umanizzazione della macchina), attraverso un taglio molto spielberghiano (e infatti Steven produce), che potrebbe trasformare Real Steel in un successo diretto al pubblico delle famiglie.

dal 25 novembre

(Real Steel, Usa 2011)

Regia: Shawn Levy
Interpreti: Hugh Jackman, Evangeline Lilly, Dakota Goyo
Trama: In un futuro dove i pugili sono sostituiti da creature d’acciaio alte due metri, l’ex boxeur Charlie viene convinto dal figlio a costruire e allenare un robot in grado di vincere…
Genere: sci-fi/action
Durata: 127’

DA VEDERE PERCHÉ: unisce al tema tradizionale della seconda opportunità, un tocco di sci-fi spielberghiana.

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