Qualche settimana fa, l’ex attrice e modella francese Valentine Monnier ha accusato Roman Polanski di averla picchiata e violentata in Svizzera nel 1975, facendo scoppiare l’ennesimo scandalo in Francia e danneggiando la campagna per l’uscita dell’ultimo film del regista, L’ufficiale e la spia.
A rispondere alle accuse, adesso, è direttamente Polanski, che ha finalmente rotto il silenzio concedendo un’intervista a Paris Match: «Non ho idea di cosa stia parlando perché è falso. Lo nego assolutamente. Evidentemente accusarmi di stupro non è più una cosa sensazionale, quindi devi aggiungere un ulteriore strato. Io non picchio le donne».
Polanski, ricordiamo, abita in Francia dal 1978, quando è fuggito dagli States dopo esser stato dichiarato colpevole di essere andato a letto con l’allora 13enne Samantha Geiner: «Sono anni che la gente cerca di rendermi un mostro. Mi sono abituato a queste calunnie, la mia pelle si è indurita fino a formare un guscio. Ma per i miei figli, per Emmanuelle [Seigner, sua moglie, ndr.], è una cosa terribile. È per loro che parlo. Io non spero più nemmeno di cambiare le cose, ma loro soffrono molto, ricevono insulti e minacce sui social. Di certo sono responsabile. Nel 1977 ho fatto un errore, ed è la mia famiglia che sta pagando il prezzo quasi mezzo secolo dopo. I media si sono scagliati contro di me con estrema violenza. Colgono al balzo ogni nuova falsa accusa, anche quelle assurde e prive di sostanza, perché gli permette di rilanciare quest’argomento. È come una maledizione, e non posso farci nulla. […] Solo io e Samantha sappiamo cos’è successo quel giorno. Qualsiasi cosa abbia fatto, in qualsiasi maniera sia avvenuta, è una cosa di cui mi pento profondamente. L’ho già detto numerose volte. Ho scritto a Samantha, sono in contatto con lei, e lei lo sa. Lei e la sua famiglia hanno sofferto a causa mia, e questa cosa continua e non dipende da me. Ogni volta che c’è una nuova bugia su di me, lei viene colpita. Ha scritto diverse volte al procuratore spiegando che il trauma causatole dal circo mediatico è ben peggio di ciò che le ho fatto soffrire».
Nell’intervista, Roman ha anche puntato il dito contro Harvey Weinstein, accusandolo di aver scatenato l’odio dei media contro di lui ormai diversi anni fa: «So che nel 2003, Weinstein era andato in panico quando Il pianista aveva vinto 2 BAFTA, tra cui Miglior Film. Weinstein, che aveva 2 film candidati agli Oscar, ha lanciato una campagna per prevenire che la medesima cosa accadesse a Hollywood. È stato lui a ritirare fuori la storia vecchia di 26 anni fa con Samantha, e che non interessava più a nessuno. Il suo addetto stampa è stato il primo a chiamarmi “uno stupratore di bambini”. Paradossalmente, Il pianista non ha vinto il premio come Miglior Film, che va al produttore, ma io ho vinto come Miglior Regista».
Fonte: Deadline; Paris Match
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