«Scordatevi il solito blockbuster», ecco perchè Star Wars: il risveglio della Forza sarà diverso

Il co-sceneggiatore interviene per precisare la scelta fatta insieme al regista J.J. Abrams sulla ricerca dell'essenzialità nel film

In un momento dell’anno in cui si sono condensate le uscite più interessanti e attese, tra Fast & Furious prima, Avengers dopo e infine Mad Max, una riflessione sul settimo capitolo della saga di Guerre Stellari, pellicola che chiuderà il 2015 insieme a Terminator e a Hunger Games, un anno che ha riservato al pubblico produzioni magniloquenti e ad altissimo budget, prende le distanze, da subito, sulle possibili affiliazioni del film con il blockbuster.

Lo racconta il co-sceneggiatore Lawrence Kasdan, che “difende” così il lavoro di J.J.Abrams: «Si tratterà chiaramente di un grande film: JJ lo ha diretto immensamente bene e senza dubbio sarà pieno di effetti speciali e non risparmierà qualche risata. Una delle cose su cui ci siamo concentrati di più è però di non farlo assomigliare a un blockbuster. Troppo intrattenimento oggigiorno ha quella tendenza: negli ultimi 20 minuti spesso ti chiedi perchè si cerchi di allungare il brodo. Noi volevamo evitare proprio questo: chiaro, abbiamo come obiettivo quello di stuzzicare l’attenzione del pubblico, di fargli desiderare di vedere ancora e di vedere di più, ma è giusto a un certo punto terminare. Sin dall’inizio abbiamo focalizzato l’attenzione su un lavoro critico, che puntasse all’essenziale. Ci siamo chiesti se questa o quella scena ci servissero veramente: alla fine abbiamo tenuto il meglio e anche se amavamo certi passaggi abbiamo preferito tagliarli. Uccidi ciò che ami».

I tempi sono, a tutti gli effetti, la croce e la delizia delle produzioni più recenti. D’altro canto, su Age of Ultron un’intera polemica è stata avviata dalle divergenze tra Joss Whedon e la Marvel  sull’esclusione di intere sequenze rispetto ad altre. La tendenza inoltre a creare narrazioni sempre più estese -come il caso di dividere in due parti il terzo capitolo di Hunger Games- virano nella direzione di una maggiore estensione del racconto. Mad Max, con i suoi 120 minuti netti, forse, è il primo passo verso una più misurata visione dell’insieme narrativo che, considerata la ricezione da parte della critica, risulta compatto e denso.

Fonte: Collider

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