Star Trek 3: Simon Pegg spiega cosa non andava nella sceneggiatura di Roberto Orci

Il nuovo sceneggiatore, dopo aver rivelato il titolo del prossimo capitolo della saga, racconta cosa è cambiato dallo stile della precedente stesura

In qualità di sceneggiatore di Star Trek nessuno come Simon Pegg può essere preso alla lettera quando in gioco di sono informazioni e aggiornamenti sulla saga. Ieri, come sappiamo, Pegg ha lanciato una bomba confermando il titolo del terzo capitolo, Star Trek Beyond, che sembra così mettere un punto fermo a una produzione che, in passato, ha subito non pochi rallentamenti. Sappiamo tutti, infatti, che la presenza iniziale di Roberto Orci, co-produttore e co-sceneggiatore dei primi due capitoli, aveva fatto procedere a piccoli passi la produzione e che, solo dopo la sua sostituzione, il progetto era stato avviato con maggiore rapidità.

Il dubbio che rimane è perchè questa figura sia stata sostituita e quali fossero le motivazioni reali della Paramount. A tal proposito, proprio Pegg ha dipanato in piccola parte il groviglio, facendo luce sui fatti: «la sceneggiatura non piaceva: per loro non funzionava. Erano preoccupati che fosse troppo in stile Star Trek, volevano qualcosa di nuovo». A cosa esattamente si riferisce? «Avengers Assemble è andato molto bene, ha incassato un miliardo e mezzo, nonostante fosse un po’ nerd. Star Trek Into Darkness ha fatto mezzo miliardo al botteghino: un risultato ottimo ma per lo Studio vuol dire un miliardo di meno. Volevano sapere il perchè. Per loro la soluzione era di non impostare il film sul modello colorato e di intrattenimento degli Avengers, ma di fare un film di genere, tipo western o thriller con gli elementi propri di Star Trek, una mossa inclusiva che avrebbe esteso e convinto un numero maggiore di spettatori».

Fonte: Collider

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