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Stargate: l’annunciato reboot del cult di Roland Emmerich “tornerà alle origini”. Nuovi dettagli

Lo sceneggiatore Dean Devlin rivela interessanti particolari sul progetto

Stargate: l’annunciato reboot del cult di Roland Emmerich “tornerà alle origini”. Nuovi dettagli

Lo sceneggiatore Dean Devlin rivela interessanti particolari sul progetto

Era ormai da molto tempo che non si avevano notizie dell’annunciato reboot cinematografico di Stargate, cult anni ’90 firmato da Roland Emmerich che vedeva protagonisti Kurt Russel e James Spader. Oggi, però, lo sceneggiatore Dean Devlin è tornato a parlare del progetto, rivelando interessanti dettagli su questa nuova trilogia cinematografica, che a quanto pare “tornerà alle origini e racconterà la storia che voleva inizialmente Emmerich“.

Infatti, parlando con Variety durante la promozione dell’atteso Independence Day: Rigenerazione, Devlin ha avuto modo di scendere più a fondo nei particolari di questo reboot, rivelando: «Quando avevamo scritto Stargate, ogni singolo studio di Hollywood mi aveva detto che la fantascienza era morta. Ma a me e a Roland piace molto la fantascienza, quindi penso sia per questo che ha funzionato così bene, grazie a questa risonanza. Non è stato un semplice e cinico tentativo di produrre qualcosa che andasse incontro ai gusti del pubblico».

Il piano originale nel ’94 era quella di produrre una trilogia, idea poi rimpiazzata dallo sbarco del franchise in TV, con una lunga e duratura serie di ben 350 episodi. Tuttavia, ora che è in programma già il reboot, Devlin e Emmerich hanno intenzione di riprendere la strada abbandonata 20 anni fa, con l’intenzione di produrre finalmente una trilogia cinematografica: «Non è una storia che può essere ambientata 20 anno dopo. Quindi l’unico modo per poter effettivamente girare una trilogia è quello di tornare alle origini e ricominciare tutto dall’inizio. Ci è stato portato via, ed è difficile vedere i propri figli cresciuti da altri genitori, anche se hanno fatto un ottimo lavoro».

Conclude infine Devlin: «Non si tratta, quindi, di disconoscere quanto fatto finora, ma di permettere a me e Roland di concludere la nostra storia».

Fonte: Variety 

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