«Suburra? È la Terra di mezzo di Roma»: Stefano Sollima racconta il film e chiarisce il futuro su Netflix

Regista, scrittore e interpreti hanno presentato il film scandalo sulla mafia romana. Da mercoledì al cinema

Si è tenuto ieri pomeriggio, nella cornice dell’ultimo piano della Mondadori Megastore di via San Pietro all’Orto, a Milano, l’incontro di presentazione del libro e del film Suburra, da mercoledì 14 ottobre in sala.
Tantissimi i milanesi che hanno partecipato all’evento (già un’ora prima dell’inizio dell’incontro era impossibile trovare posto seduti) e che hanno posto le proprie domande all’autore del libro Carlo Bonini (assente il co-autore Giancarlo De Cataldo), al regista del film Stefano Sollima, e agli interpreti Claudio Amendola e Elio Germano.

«Questo libro è nato un po’ di tempo faracconta lo scrittorequando il nome “mafia capitale” non esisteva ancora. È stato un lavoro entusiasmante ma allo stesso tempo frustrante: partivamo da fatti di realtà che erano molto difficili da dimostrare, e molto spesso ci siamo dovuti confrontare con materiali per “addetti ai lavori”. Ma il bello del romanzo è che ti permette di dire cose che altrimenti sarebbe molto difficile raccontare.
Quando il romanzo è uscito, molti lo hanno recepito come una bella opera di fantasia, ma Stefano (Sollima n.d.r) che aveva già portato sullo schermo il mio libro precedente (ACAB n.d.r.), ha letto le bozze e subito ha deciso di farne un film.»

Interviene Stefano Sollima: «Vero, ho iniziato a pensare al film mentre stavano ancora scrivendo il romanzo; mi piaceva molto, era materiale attuale, perfetto per il grande schermo.
Fin da subito ho avuto in mente metà degli attori che avrei voluto nel cast, per l’altra metà invece abbiamo fatto parecchi provini, partendo dalle caratteristiche del personaggio. Così abbiamo scelto Alessandro Borghi, Greta Scarano, e il bravissimo Adamo Dionisi, il capo clan zingaro.»

Ma cosa vuol dire Suburra? Lo spiega Carlo Bonini: «La Suburra è un luogo fisico che esiste tutt’ora; si trova a Roma alle spalle dei Fori, nel quartiere Monti. È una zona molto buia, e nell’antica Roma era il quartiere delle case di tolleranza, e il luogo dove plebe e patrizi si incontravano per portare a termine ogni tipo di traffico. Ma è anche il luogo simbolico delle diverse realtà che si mischiano, il luogo che la cronaca avrebbe poi chiamato “Terra di mezzo”.»

Elio Germani nel film è Sebastiano: «Tutti i personaggi che emergono nel film stanno intraprendendo la propria scalata verso il successo, vogliono ricchezza e potere, il mio personaggio invece vorrebbe mantenere lo status quo, e per farlo alla fine cede al lato oscuro. Sebastiano è un organizzatore di eventi, uno che in qualche modo crea la suburra: i suoi locali sono punti di contatto tra le varie classi sociali.»

Claudio Amendola è il Samurai: «Avevo già letto il libro prima di iniziare a lavorare per il film. Da romano, tratta tematiche che mi stanno molto a cuore.
Il mio personaggio è autorevole per definizione, gestisce i mal affari di destra e di sinistra, ma ha un’anima. È un burattinaio che ha capito che la criminalità si è evoluta: non servono più le pistole, ma è tutta una questione di rapporti, è importante prendere parte a feste in terrazza e a cene in determinati ristoranti.»

«Probabilmente gli stessi ristoranti in cui non ci hanno permesso di girare scene nei loro localiinterviene Sollimadurante la produzione abbiamo trovato qualche difficoltà: per esempio non ci hanno permesso nemmeno di girare in Parlamento… e abbiamo dovuto ricostruirlo in un teatro di posa.»

Qualche parola su Netflix? Risponde il regista: «Credo che la notizia dei giorni scorsi sia uscita maldestra. Chiariamo intanto che le notizie sono due: Per prima cosa Suburra il film, oltre a uscire in varie nazioni europee sarà distribuito su Netflix in Nord America, Sud America e Canada: più di 50 milioni di spettatori ne avranno libero accesso.
Poi, l’altra notizia, è che il film è apparso così interessante e appetibile per quel mercato che ci hanno chiesto di farne 10. Ma non si sa ancora nulla.»

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