Non è (più) un Paese per remake, reboot, revival o qualsiasi altra forma che vada a riportare sul grande o piccolo schermo celebri titoli ancora freschi nella memoria di una certa parte di pubblico. Lo stiamo vedendo sempre più spesso: le polemiche per l’imminente remake de Il Corvo hanno raggiunto vette finora raramente toccate, ma la polemica è scoppiata anche per The Blair Witch Project.
Solo pochi giorni fa, durante il CinemaCon, Lionsgate e Blumhouse hanno annunciato di essere al lavoro insieme su un nuovo film del franchise horror iniziato nel 1999 con il fenomenale horror low budget che ha stravolto il botteghino mondiale. Da quell’idea originale sono arrivati già due sequel, mentre quello annunciato ora sembra trattarsi più di un remake, visto che è stato detto che sarà «una nuova visione per Blair Witch che introdurrà il classico horror ad una nuova generazione».
La novità però non è piaciuta per niente a uno dei diretti interessati, ovvero l’attore Joshua Leonard, una delle tre star dell’originale del 1999. Tramite un post apparso su Instagram, ha subito attaccato il nuovo film, arrivando a definire l’intera operazione disgustosa. «Voglio dirlo pubblicamente e mi piacerebbe che la cosa venisse amplificata – ha scritto -. Questa è la mia faccia usata per una notizia per un film fatto da due grandi studi per cui ho lavorato e che rispetto. La parte strana è che non ne sapevo niente finché un amico non mi ha scritto per congratularsi con me».
Joshua Leonard, assieme a Heather Donahue e Michael C. Williams, ha interpretato uno dei tre filmmaker che si addentrano nei boschi di Burkittsville per produrre un documentario sulla mitica strega di Blair. La frustrazione che filtra dalle parole dell’attore è evidente: «Ho provato per un mese a contattarli per una proiezione di beneficenza di The Blair Witch Project e nessuno mi ha risposto» ha scritto.
Lo stesso passa poi a riepilogare alcuni dissapori e screzi legali avuti in passato con per The Blair Witch Project, come ad esempio il fatto che lo studio ha chiesto il copyright sui nomi dei personaggi che – tuttavia – sono gli stessi degli attori che li hanno interpretati data la natura mockumentaria dell’horror del 1999. Leonard prosegue poi: «Ci sono stati molti fattori che hanno reso il film un successo: il tempismo, il marketing, ecc. Ma c’è anche il fatto che noi strambi ci siamo riuniti, praticamente senza risorse, e abbiamo fatto un film che funziona. Possiamo dire che il film stesso è una parte importante del motivo per cui ne parliamo ancora 25 anni dopo?».
Quindi il finale del post, molto duro: «Sono così orgoglioso del nostro piccolo film punk-rock, e adoro i fan che ne mantengono viva la fiamma. Ma a questo punto, sono 25 anni di mancanza di rispetto da parte di coloro che hanno intascato la parte del leone (gioco di parole) dei profitti del nostro lavoro, e questo mi sembra sia disgustoso che privo di classe». Potete leggere QUI il post originale.
Voi cosa ne pensate? Anche in questo caso si tratta di un franchise che sarebbe meglio non toccare più e lasciarlo lì nella memoria storica cinematografica? Diteci la vostra nei commenti.
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Fonte: Instagram
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