Gary Hart, candidato alle elezioni presidenziali americane per il Partito Democratico, nel 1987 fu costretto a ritirarsi dalla corsa alla Casa Bianca a causa di uno scandalo sessuale che portò a galla, con tanto di foto inequivocabili, la sua relazione extraconiugale con una donna di nome Donna Rice. Hart si ritrovò a uscire dai giochi da favorito indiscusso aprendo la strada, di fatto, alla vittoria di George Bush padre, che condurrà gli USA nella Guerra del Golfo e in una nuova fase storica.
È la storia vera al centro di The Front Runner – Il vizio del potere, il nuovo film del regista di Juno e Tra le nuvole Jason Reitman che ha aperto il 36° Torino Film Festival lo scorso novembre. Un’operazione, passata fin troppo sotto silenzio nella stagione dei premi che volge al termine, nella quale si respira a pieni polmoni il clima della tradizione del cinema civile americano di ispirazione liberal, nella forma in cui viene spesso riletto in chiave contemporanea (da Clooney in giù): brio nella scrittura, con venature da commedia beffarda; ritmo incalzante; una sceneggiatura a orologeria piena di minuzie folgoranti, battute incisive e rivelatrici; personaggi di contorno solo in apparenza minuscoli, che arricchiscono un affresco di grande respiro proprio perché attentissimo ai minimi particolari.
Il film di Reitman, scelto nel frattempo per dirigere il nuovo Ghostbusters sulle orme del padre Ivan, è nelle sale da oggi, giovedì 21 febbraio. Nei panni del protagonista c’è Hugh Jackman e nel cast anche Vera Farmiga e J.K. Simmons.
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