telegram

Toronto 2014: Tobey Maguire è il disturbato genio degli scacchi Bobby Fischer in Pawn Sacrifice. La recensione

Edward Zwick racconto uno storico "scontro" tra Stati Uniti e Russia sullo sfondo della vera Guerra Fredda

Toronto 2014: Tobey Maguire è il disturbato genio degli scacchi Bobby Fischer in Pawn Sacrifice. La recensione

Edward Zwick racconto uno storico "scontro" tra Stati Uniti e Russia sullo sfondo della vera Guerra Fredda

Edward Zwick è un cineasta decisamente curioso, capace di alternare con una strana originalità mega-produzioni a film più piccoli e magari personali. Pawn Sacrifice può essere inserito in questa seconda categoria. Il regista ripercorre la storia a dir poco surreale di Bobby Fischer, genio assoluto degli scacchi, dono che lo ha portato a diventare campione del mondo nella storica sfida col russo Boris Spassky ma anche a sviluppare una personalità sociopatica al limite della paranoia.
Spaccato storico che si dipana sullo sfondo degli anni della Guerra Fredda, quelli del sospetto totale, il film caratterizza un personaggio principale decisamente bizzarro, che alterna momenti di grande incisività con altri in cui invece sembra essere delineato con spiazzante superficialità. Lo stesso protagonista del film Tobey Maguire sembra impersonare Fischer in maniera ondivaga: il suo tono di recitazione sempre vagamente surreale dona alla figura del leggendario scacchista una leggerezza appropriata per le scene più leggere, molto meno quando il film indaga lo stato mentale disturbato del protagonista. Molto più a suo agio nei panni di Spassky Liev Schreiber, divertente e divertito caratterista capace di dare spessore a qualsiasi figura. Meritano lode anche due comprimari di lusso come Peter Sarsgaard e Michael Stuhlbarg.
Film che procede a balzi dunque Pawn Sacrifice: la sceneggiatura propone un set-up gestito in maniera più che discreta a livello di ritmo del montaggio e funzionalità della confezione. Poi nella parte centrale il lungometraggio rallenta vertiginosamente, troppo prolisso nella definizione della pscologia di Fischer. Si arriva così piuttosto stanchi allo showdown finale tra i due sfidanti, che invece è di gran lunga la parte migliore del film. Le piccole idiosincrasie che evidenziano le differenze tra Fischer e Spassky sono metafora divertentissima dello scontro politico e culturale. Attraverso oro Zwick racconta con ironia e un po’ di vetriolo un periodo di forti tensioni come è stato quello dei due grandi blocchi contrapposti di USA e URSS.

Film strano, affascinante e insieme complesso questo Pawn Sacrifice. Non si tratta di una commedia di costume, non è un vero e proprio affresco storico. La volontà principale è quella di raccontare una psiche meravigliosamente complessa e problematica di un uomo che ha sacrificato tutto, perfino la propria sanità mentale, al raggiungimento dell’eccellenza. Ossessivo, scorbutico, iconoclasta, Bobby Fischer è una figura in chiaroscuro che il film di Zwick dipinge con una certa originalità, non riuscendo forse nell’impresa di spiegarlo con pienezza ma rendendolo comunque degno di interesse.

© RIPRODUZIONE RISERVATA