Un cinema rimesso in Motovun

Grandi registi e tornei di football, tra le confessioni del direttore artistico

Penultimo giorno, ma la festa-festival sembra appena iniziata. “Cosa si inventeranno, ora?”, è la domanda che serpeggia, dal mattino, fra giornalisti venuti da ogni Paese. Il 10th Motovun Film Festival ci propone, oggi, un tifo sempre più da stadio e piazze impazzite che sfregano i fiammiferi col logo della rassegna su scatoline vendute al posto del ticket cinematografico, ogni scatola ha sopra la data di oggi, ogni trovata creativa vale a rendere indimenticabile l’evento. “Ed ecco a voi” – annunciano dal palco sotto le stelle, porgendogli il Premio alla Carriera – “il grande, naturalmente grande Ken Russell!”(foto a sinistra). Il pubblico sembra impazzito, come sembrano frammenti impazziti di Storia del Cinema i restauri – qui presentati, in una cineorgia che pare non doversi fermare mai – di Tommy, Stati di allucinazione, China Blue, Whore. La musica degli Who, dagli altoparlanti, accoglie il più eclettico (potremmo ben dire, a questo punto: il più “motuviano”) dei registi britannici. E poi, in giornata – fra Ken Loach, Gerardo Olivares, il film su Al Qaeda, Recycle di Mahmoud al Massad e il commovente Blind Loves di Juraj Lehotsky -, è il turno dei film più indipendenti e giovani, programmati per l’occasione su internet, sezione Motovun Online. In molti ci avevano pensato, qui l’hanno subito fatto. «Io odio i festival odierni, quelli per i VIP con gli invitati in sala e la gente normale fuori a scattare foto, mentre amo gli eventi di cinema,» – ci confida Rajko Grlic, Direttore Artistico della manifestazione, (foto a destra) ritornato con la maglia regolamentare della squadra di Motovun dalla partita di football in cartellone fra una proiezione e l’altra – «ed è per questo che, dopo il disastro politico dell’ex Yugoslavia, avevamo bisogno di un festival strampalato e irresistibile alla Monty Phyton, per ripopolare di cultura un Paese tragicamente serio. Mi piace che, qui, gli Oscar-winners passeggino in mezzo a una marea di giovani, fra pittori, scrittori e musicisti. Siamo un virus, sapete?, che ha contagiato di manifestazioni cinematografiche i Paesi limitrofi: è per questo che distribuiamo i condom ufficiali del Festival. Avete letto cosa c’è scritto sulle confezioni?». Ne apriamo una: please don’t use during the films in competition. Ride, e noi con lui.

Ga.Ba.

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