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Una notte da leoni 3, ovvero tre folli, due matrimoni e un funerale

Ritornano Alan, Stu, Phil e Doug per l'ultima delle loro avventure alcoliche. Tra viaggi, pazzie, personaggi assurdi e una giraffa...

Una notte da leoni 3, ovvero tre folli, due matrimoni e un funerale

Ritornano Alan, Stu, Phil e Doug per l'ultima delle loro avventure alcoliche. Tra viaggi, pazzie, personaggi assurdi e una giraffa...

Rieccoli! Alan, Stu, Phil e Doug di nuovo in gioco a combattere con la loro memoria, la loro irresponsabilità e le cattive abitudini alcoliche. Dopo le assurde scorribande in terra tailandese del secondo film, per l’ultimo capitolo si riparte dal Nevada, passando per Tijuana in Messico, in vista dell’epico finale (aggettivo che non si risparmia più a nessuna saga al suo ultimo episodio) dove tutto era iniziato, a Las Vegas. Con un obiettivo e due certezze. Riacciuffare Alan (Zach Galifianakis), fuggito dall’ospedale psichiatrico dove è stato rinchiuso a seguito di una profonda crisi successiva alla morte del padre, attraverso un viaggio dove l’imprevisto è la regola e la normalità non è prevista.

ROAD MOVIE DEMENZIALE

La novità quindi è che siamo dalle parti del road-movie ricco di personaggi deliranti e situazioni al limite, ma con un elemento di partenza per una volta drammatico, rappresentato da una perdita. Difficile però sospettare che l’elaborazione del lutto di Alan prenda strade struggenti: a confermarlo arriva la sequenza con lo svitato barbuto dal cognome impronunciabile alle prese con un’angelica versione canora dell’Ave Maria di Franz Schubert, a cui segue il tentativo di porgere voluttuosamente il suo lecca lecca alla Sookie di Una mamma per amica, Melissa McCarthy, nel piccolo ruolo di una commessa diversamente attraente. E, se non vi basta, lo vedremo anche trasportare una giraffa sull’autostrada, causando un incidente che ricorda(cita?) molto la sequenza spettacolare che apriva Final Destination 2.

Ma parlavamo di certezze. Eccole: questa volta non ci saranno in ballo matrimoni o addii al celibato. E neppure Mike Tyson a quanto pare, anche se salgono le quote di un suo cameo. Matrimoni o no, figurarsi se i fantastici quattro (ma sarebbe meglio parlare di power trio visto che di scene con Doug se ne vedono con il contagocce) avranno difficoltà a mettersi nei guai e a rispettare il motto che accompagna questa nuova avventura: “When the Wolfpack hits the road, all bets are off”. Qualcosa del tipo, “Quando i  leoni si mettono in viaggio il futuro non presenta sicurezze”.

Ma la vera certezza è il lavoro di squadra, ovvero un cast affiatato e in grado di mettere il pilota automatico, e da cui aspettarsi tutto il possibile. Qualcuno potrebbe anche suggerire di sciogliere un vincolo amicale non esattamente sobrio e ben funzionante, ma le amicizie (nella vita e sullo schermo) sono come le squadre di calcio: quelle vincenti non si cambiano. Al massimo si muore con le formazioni folgoranti e se ne ricordano le memorie, in una gara di citazione a chi l’ha fatta più grossa. Prima di ritirarsi, però, l’allegra brigata promette di mischiare un po’ le carte in tavola, con un terzo episodio che commercialmente ha come obiettivo quello di superare i 581 milioni del sequel. Meno difficile sarà superarne il livello qualitativo, visto che Una notte da leoni 2 non era esattamente indimenticabile. L’importante sarà non eccedere eccessivamente in una sequela di gag sempre più estreme e adagiarsi troppo sulla chimica tra gli interpreti, ma costruire una storia in grado di sorprendere nuovamente il pubblico come fu per il primo film. […]

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