Venezia 68, Madonna e il Re che lasciò il trono per amore

Fuori concorso al Lido, W.E. di Madonna racconta la storia di Edoardo VIII e Wallis Simpson, la donna di umili origini per cui il sovrano rinunciò al suo trono. Tra glamour sfrenato e melò all'acqua di rose, il film ha convinto a metà. Ecco la nostra recensione

L’antefatto glamour de Il discorso del re. Volete sapere come il fratello minore e balbuziente del principe Edoardo, Bertie, è salito al trono di Inghilterra nel 1936 (trono da cui poi si troverà a dover curare la propria balbuzie)? W.E. – secondo lungometraggio della rockstar Madonna presentato fuori concorso al Lido – risponde a questa domanda raccontando la storia di Wallis Simpson, la donna che partendo dalla periferia di Baltimora e dal matrimonio disgraziato con un militare (che le costò anche un aborto e la possibilità di avere altri figli), arriva in Inghilterra, sposa un nobile (il Mr. Simpson che le garantirà il cognome con cui è diventata celebre), e diviene infine l’amante del Principe di Galles e Re designato con il nome di Edoardo VIII. L’amore di Edoardo per Wallis lo spingerà a rinunciare al proprio trono dopo nemmeno un anno, a causa dell’incompatibilità tra una simile carica (il Re di Inghilterra è anche capo della Chiesa d’Inghilterra) e il matrimonio con una donna divorziata.

Il gesto di Edoardo è naturalmente diventato nel tempo sinonimo di sacrificio d’amore, tanto che non di rado il nome Wallis o Wally è stato dato alle neonate inglesi dalle loro madri come auspicio di una vita ricca e fortunata sul piano sociale e sentimentale. Proprio una di quelle ragazze (Abbie Cornish), ormai cresciuta e infelicemente sposata ad uno psichiatra, è protagonista della seconda storia raccontata dal film, e ambientata nel 1998, 50 anni dopo l’abdicazione di Edoardo. La Wally del 1998 vive a Londra e passa le sue giornate da Sotheby’s, dove spia dietro le vetrine gli oggetti della Corona inglese che stanno per essere messi all’asta. Tra di essi ci sono anche i gioielli e i corredi che appartennero a Wallis Simpson. Quegli oggetti la tengono ancorata ai suoi sogni, mentre nella vita quotidiana il marito la trascura e probabilmente la tradisce.

Il film racconta il percorso di emancipazione di Wally mostrando al contempo che la scalata sociale di Wallis nascose in realtà grandi sacrifici e umiliazioni, nella gestione di un rapporto che tutto il popolo del Regno Unito, pur spiandolo volentieri per la spregiudicatezza che racchiudeva, non riuscì mai ad accettare fino in fondo: Edoardo era considerato un Re illuminato e potenzialmente decisivo per le sorti del paese, e Wallis – che pure non fu mai convinta fino in fondo del sacrificio del principe, glielo portò via.
Madonna racconta questa doppia storia pigiando sul pedale del glamour, e non lesina certo su arredamenti, abiti e gioielli. Il film scorre così piacevolmente malinconico, come un melò all’acqua di rose, accompagnato da una colonna sonora a dominante classica (ma la scena più riuscita è un’inaspettata esplosione rock) e da una regia non certo sobria (Madonna mette l’obiettivo ovunque, mischiando primi piani, carrelli, dolly un po’ improvvisati, campi lunghissimi) ma comunque efficace.

Film di emancipazioni femminili, grandi amori e grandi delusioni, dolori terribili e riscatti prevedibili, piacerà da impazzire alle sognatrici e alle fanatiche del gossip coronato, molto meno a tutti gli altri.

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