Venezia 69: grazia e innocenza mettono al muro la tragedia in Bellas Mariposas

Dopo Gli equilibristi, un altro film italiano conquista la platea della sezione Orizzonti

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È la sezione che alla Mostra di Venezia insegue “le nuove correnti del cinema mondiale”, come recita il suo sottotitolo. E anche qui, a Orizzonti, come nel concorso principale del Festival, i film italiani stanno ottenendo consensi.

Dopo Gli equilibristi di Edoardo Gabbriellini e la straordinaria prova di Valerio Mastandrea, così tocca a Bellas Mariposas di Salvatore Mereu (che qualche anno fa si era imposto alla Settimana della Critica con Sonetàula) il lungo applauso della platea di Sala Grande, dove oggi l’opera è stata proiettata per il pubblico del Lido.

Come il romanzo omonimo di Sergio Atzeni, il film racconta in prima persona una calda giornata d’agosto di una ragazzina, Cate, della periferia di Cagliari. Con uno stile neorealistico alleggerito e trasfigurato dal costante sfondamento della quarta parete. La protagonista, interpretata dalla talentuosa esordiente Sara Podda, ci apre infatti le porte della sua casa e della sua vita, rivolgendoci direttamente la parola. Ci accoglie nella miseria del suo quartiere, dove sono le donne a dover portare i pantaloni, e ci presenta uno per uno amici, vicini di casa e parenti, tra cui un fratello che minaccia di morte il ragazzo di cui è innamorata. Una carrellata di casi umani che, tra tossici, falsi invalidi e prostitute bambine, delineano un panorama drammatico e terrificante. Sul marciume apparentemente privo di prospettive, però, Cate e la sua amica del cuore Luna (una delle altre giovani e sorprendenti non professioniste del film, Maya Mulas) si librano come due farfalle (le mariposas del titolo), con grazia e innocenza.

La loro leggerezza è come un faro. I loro costumi da bagno sono come corazze. I loro sogni (Cate vuole diventare una cantante come gli idoli sardi della trasmissione tv Amici, Valerio Scanu e spera in un futuro calcistico come quello di un altro celebre isolano, Gianfranco Zola, per uno dei fratelli) sono come ancore di salvezza in una società corrotta, pronta a travolgerle anche nel proprio nido domestico. Nonostante il contesto e i temi, Bellas Mariposas è infatti una commedia. Lo sguardo delle due ragazze, che le circostanze hanno reso precocemente maturo, ripulisce la squallida e dolorosa realtà attraverso la purezza della loro sincera amicizia. Che le rende così forti da riuscire a proteggersi dalla serie infinita di drammi famigliari e di prendersi gioco anche di un maniaco pedofilo che tenta di molestarle. Le loro speranze di salvezza si materializzano fiabescamente nel finale, con l’arrivo risolutorio di una strega buona, interpretata da Micaela Ramazzotti, che mette al muro la tragedia pronta a scoppiare.

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