Leggendo stamattina il daily della Mostra del Cinema di Venezia, si scopre che Peter Brosens e Jessica Woodworth, autori de La cinquième saison, sono “da anni sul confine tra documentario e video arte”. Questo fa capire alcune cose del loro film, in concorso al Festival e presentato alla stampa la sera prima: in particolare perché fosse sembrato a molti al confine tra documentario e video arte (e mettiamoci pure il teatro d’avanguardia).
Siamo in una piccola comunità agricola della provincia belga, dove si sta per celebrare il rito di fine inverno: una grande pira infuocata saluterà la stagione più ingrata dell’anno e accoglierà la primavera. Solo che la pira non prende fuoco, e i presagi di sventura si rivelano esatti: gli animali sono sterili, la terra pure. Il cibo comincia a scarseggiare e, in mancanza di meglio, si mettono da parte pure le mosche. Sarà mica che l’ultimo arrivato, il tizio che vive nella roulotte con un figlio paraplegico, è un menagramo? Urge porre rimedio…
La storia è questa, ma solo a spanne. Secondo le convenzioni della video arte, il film procede per quadri autosufficienti e contraddittori – a volte grotteschi, a volte lirici -, quasi sempre privi di logica narrativa. Il confine tra il paesaggio agricolo e i personaggi è via via più labile, sia dal punto di vista visivo (i colori, le forme, si confondono), che dei comportamenti (più infertile e oscura è la terra, e più brutali sono i modi). Poi, nell’ultima parte, si capisce finalmente dove si vuole andare a parare, quando La cinquiéme saison diventa una specie di incrocio tra The Wicker Man e Calvaire, assumendo in modo chiaro le convenzioni del cinema horror, e trasformando l’inquietudine seminata fin lì in violenza esplicita.
La proiezione per i giornalisti è stata accolta bene, e all’uscita si sentivano voci che scomodavano i nomi più diversi, da Werner Herzog a Béla Tarr, passando per i dipinti di Bosch (su quest’ultimo punto è facile assentire). Mah. Come in una mostra pittorica, alcuni quadri piacciono di più, altri meno. Il film c’è e non c’è, e comunque arrivare alla fine è una faticaccia.
Il film verrà distribuito in Italia da Nomad Film, ma non è ancora stata rilasciata una data di uscita ufficiale.
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