Venezia 69: Lo Cascio esordisce alla regia con La città ideale

In concorso nella sezione Settimana della Critica

La lunga lista di attori approdati (più o meno felicemente) dietro la macchina da presa si arricchisce di un altro, prestigioso nome: quello di Luigi Lo Cascio, che con La città ideale firma la sua opera prima. Il film, presentato al Festival di Venezia in concorso nella sezione Settimana della Critica, si propone di trascendere i generi cinematografici, mescolando commedia nera, toni gialli e spirito grottesco.

La città ideale del titolo è Siena, e in essa si muove il protagonista Michele, giovane architetto palermitano con tendenze ossessivo-compulsive nonché fervente ecologista. La sua vita scorre abbastanza serenamente, tra gli sguardi indispettiti dei colleghi che mal sopportano le sue manie e la sua intransigenza in materia di inquinamento, in tutte le accezioni che il termine può contenere. La sua bizzarra routine si interrompe improvvisamente durante una notte buia e tempestosa, nella miglior tradizione letteraria. Michele tampona qualcosa – o qualcuno. Da quel momento, precipita in un vortice di inconvenienti e difficoltà che metteranno a dura prova la sua – fino ad allora – rigida coscienza morale, nonché il suo idilliaco sogno di integrazione con la città toscana.

Tra i vicoli pittoreschi del centro storico, Lo Cascio costruisce una vicenda che echeggia, per certi versi, alcune commedie investigative della grande commedia all’italiana. Il mix tra humour grottesco e sottotrama misteriosa, tuttavia, non sempre si incastra alla perfezione, e l’impressione che si potrebbe ricevere è quella di un lavoro sceneggiatoriale originale ma talvolta fumoso e privo di un focus vero e proprio. Inoltre, benché la sua capacità attoriale riesca a tenere in piedi l’intero film, Lo Cascio attore si scontra con Lo Cascio regista, e il rischio di un’autoreferenzialità vagamente compiaciuta è sempre dietro l’angolo.

A cornice della sua ottima interpretazione, un cast ben assortito, tra cui spiccano le brillanti performance di Luigi Maria Burruano e Aida Burruano, rispettivamente zio e madre dell’attore-regista siciliano.

Bisognerà aspettare qualche mese per sapere il responso del grande pubblico; momentaneamente, Lo Cascio può rallegrarsi dell’inserimento della sua prima fatica da regista all’interno di una sezione, quella della Settimana della Critica, che da anni mette in luce pellicole di notevole interesse (basti pensare alla passata edizione, che ha visto la vittoria dell’intenso Là-bas di Guido Lombardi). Chissà che non riesca ad aggiudicarsi anche il premio, suggellando in grande stile un esordio che, malgrado le sue debolezze, risulta comunque piuttosto promettente.

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