Venezia 71: «Non è poi così male essere pazzi (d’amore)». Owen Wilson e Peter Bogdanovich raccontano She’s Funny That Way

Arriva dal Fuori Concorso la prima vera sorpresa del Festival: la deliziosa commedia del regista di ... e tutti risero, con un cast all-star

Esattamente come era successo l’anno scorso, a fronte di un Concorso buono ma non eccellente, le vere sorprese sono da ricercare altrove, ad esempio nel Fuori Concorso. Se l’esclusione dalla competizione di Gravity nel 2013 aveva sollevato non poche polemiche, quest’anno è la nuova, deliziosa commedia di Peter Bogdanovich (regista di Paper Moon e … e tutti risero) a far parlare.
Perché She’s Funny That Way non è solo un omaggio a Ernest Lubitsch – «Scoiattoli con la testa di rapa», la battuta ricorrente del film, è presa dal suo Fra le tue braccia (in originale Cluny Brown), tra i preferiti di Bogdanovich, come lui stesso ha ammesso in conferenza stampa -, a un cinema sofisticato e intelligente, a una tradizione comica (leggi: screwball comedy) che ormai si è persa, ma è anche una dichiarazione d’amore a una New York «che rimane sempre la stessa, con la sua magia: una fonte di ispirazione costante».

Cosa c’è di più ordinario di un’intervista a un’attrice che racconta il modo straordinario in cui è iniziata la sua carriera?
Ecco, il film inizia, prosegue e finisce in modo altrettanto (stra)ordinario.
Lizzy, in realtà Isabella (la interpreta la stella nascente Imogen Poots), è finalmente riuscita a coronare il sogno di fare l’attrice e ripercorrere le orme di uno dei suoi miti, quella Audrey Hepburn che, come lei, «crede nel rosa, nelle ragazze felici, nelle risate, nel baciare, nel “domani è un altro giorno” e nei miracoli».
Ci è riuscita grazie al suo lavoro di escort, che lei preferisce definire di musa («Il mio compito è dare senso alle vite dei miei clienti») e che una sera la porta sotto le lenzuola del regista teatrale Arnold Albertson (Owen Wilson). Un incontro che finisce con un patto («Se mi prometti che non farai più questo lavoro, ti do 30.000 dollari») e un addio. Nessuno dei due sa che il giorno dopo si ritroveranno sul palcoscenico del teatro in cui da lì a due mesi andrà in scena il nuovo spettacolo di Albert, per il quale Lizzy si presenta per un provino. Non solo, non sanno nemmeno che su quel palco convergeranno le vite della psicanalista di Lizzy (Jennifer Aniston, in una delle sue prove migliori), del di lei fidanzato nonché sceneggiatore della pièce (Will Forte), del padre di lui – di mestiere investigatore privato al servizio di un giudice ossessionato da Lizzy – e naturalmente dei due interpreti principali, Seth Gilbert (Rhys Ifans) e Delta Simmons (Kathryn Hahn), quest’ultima anche moglie di Albert. Una classica commedia degli equivoci, coreografata con un ritmo perfetto, che inanella una battuta brillante dietro l’altra, grazie anche alle performance straordinarie dei suoi attori, ciascuno perfetto nei panni del proprio personaggio.
A cominciare proprio da Owen Wilson che – nelle parole del regista – «è riuscito a rendere più realistico e sofisticato il tono del film, laddove la sceneggiatura tendeva invece a osare troppo».
«Certo, quando parti da una sceneggiatura così perfetta, non hai bisogno di aggiungere nulla» replica l’attore, che ammette di essersi completamente affidato a Bogdanovich e di essersi ispirato a lui nella caratterizzazione del personaggio. Che nella sua ingenuità ricorda molto il Gil di Midnight in Paris. «In effetti ci sono delle affinità tra i due personaggi, anche perché io ho messo qualcosa di me stesso in entrambi. Anche l’atmosfera respirata sui due set era simile, merito in ciascuno dei casi del deus ex machina, cioè del regista: sia Peter sia Woody sono dei veri gentiluomini, capaci di dare sostegno ai loro attori». E a chi gli chiede se crede che tutte le donne siano pazze, risponde: «Anche il mondo è pazzo. E tutto sommato non è poi così negativo. C’è sempre una follia positiva; anche essere pazzi per amore non è poi così male. Da quel punto di vista siamo tutti pazzi!».

(Foto: Getty Images)

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