Dragon Trainer, l’uso del 3D

Alla scoperta della terza dimensione

Pubblichiamo gli estratti del pressbook ufficiale del film d’animazione DreamWorks.

Quando lo studio stabilì che il film doveva essere realizzato in 3D,  i registi si resero conto della possibilità di trasportare alla vita cinematografica il mondo over-size e testosteronico dei vichinghi.

Il Produttore esecutivo Johnson osserva :”Onestamente, il 3D è una parte incredibilmente elaborata del processo. Non credo che siamo stati ingenui, quando abbiamo puntato su questa tecnica. Sapevamo che sarebbe stata una sfida. Allo stesso tempo, è molto più onnicomprensiva di quanto avessi mai immaginato : non vogliamo che la tecnica 3D sia apposta alla fine del processo produttivo, vogliamo piuttosto che faccia parte della struttura portante e del DNA di ogni progetto fin dalle prime fasi. Non è un trucco ma piuttosto un mezzo per arrivare maggiormente al cuore del pubblico– guardando attraverso gli occhi dei personaggi e vivendo insieme le loro avventure. fin dall’inizio, Dragon Trainer è sempre stato supervisionato come un film 3D, e molto presto, fin da quando abbiamo avuto le prime riunioni nelle quali decidere come avessimo dovuto usare questa tecnologia, per far sentire il pubblico come se stesse con Hic, al suo fianco e a cavallo del suo drago.”

Phil’ McNally ha lavorato con i registi fin dall’inizio, continuando a condividere la sua esperienza sia nel mezzo del processo produttivo, sia alla fine, quando occorreva uno sguardo d’insieme e totale. ” avevamo riunioni tutti i giorni nel teatro principale, è importante vedere il lavoro su uno schermo, il più grande possibile affinché tutta la potenza del 3D esca fuori- ed eravamo tutti lì seduti a guardare le registrazioni, la composizione, la posizione della cinepresa, e io aggiungevo degli input: ‘cosa succederebbe se adottassimo una lente un po’ più grande? potremmo ottenere più profondità– o non preferiamo che il movimento della cinepresa sia più rapido in questo punto? in ultima analisi, è un lavoro di bilanciamento tra il movimento, la profondità e la recitazione.

“E’ una disciplina differente”, continua Mc Nally, “perche quello che si fa nella cinematografia classica è prendere uno spazio in 3 dimensioni (il set) e portarlo in un 2 dimensioni (lo Schermo), quello che invece si sta facendo con il 3D stereoscopico è una sorta di reale copia della realtà, non facciamo altro che prendere gli spazi in 3D e li ricreiamo in nuovi spazi 3D, come i cinema, questa è quella che chiamo nuova disciplina– questo risulta nuovo per tutti”.

Chris Sanders è quasi in imbarazzo ad ammetterlo ma confessa: “Quando ho iniziato questo film, non ero convinto che sarebbe divenuto un grande film in 3D, avevo abbastanza paura che le scene sarebbero sembrate troppo artefatte o manipolate per ottenere un buon risultato in 3D. Il mio pensiero non poteva essere più errato. In realtà guardare questo film in 3D è un’esperienza incredibile, i paesaggi e soprattutto le scene di volo. Ci sono scene, soprattutto il primo volo che Hic compie su Sdentato, e l’addestramento del corso anti-drago con gli Uncinati, con i ragazzi inseguiti nel labirinto, che non avrebbero lo stesso effetto su di me senza l’applicazione della tecnologia 3D“.

Dean DeBlois afferma: “Abbiamo disegnato tutte le nostre sequenze di volo, e approfittando della profondità derivante dal 3D, in modo che davvero ci si senta come seduti sulla schiena di un drago, muoversi tra le nuvole, e che l’orizzonte scorra dietro il suo orecchio. Tutte queste esperienze sono state realmente spinte dal 3D, lassù, tra le nuvole, avendo le vertigini guardando in basso la terra e in alto il cielo– è l’uso perfetto della tecnologia 3D. Quando penso al 3D, penso ai migliori momenti che io abbia mai avuto, e molti di essi sono trascorsi in attrazioni di parchi a tema– sono esperienze con le quali puoi viaggiare attraverso qualcosa, e mettere la cinepresa sulla schiena del drago vicino ad Hic è davvero il modo migliore che abbiamo pensato per sfruttare al massimo la tecnologia”.

Ma proprio per tutti questi progressi della tecnologia stereoscopica 3D e per la sua versatilità e spettacolarità — la storia di Hic si può ancora considerare il centro, il cuore del film? nessuno potrebbe rispondere meglio a questa domanda se non l’autrice del libro alla base del film, Cressida Cowell. Bonnie Arnold produttrice, dice:” Il vero test per noi fu quando l’autrice del libro venne in studio con la sua famiglia durante le vacanze estive, e dovette vedere molto del materiale girato, i figli rimasero subito affascinati dai personaggi– sia quelli presenti anche nel libro che quelli creati apposta per il film–.

© RIPRODUZIONE RISERVATA