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La notte del giudizio: la recensione di ACINIdiCINEMA

VOTO: Semel in anno licet insanire

Provate ad immaginare se tutti noi, per una volta all’anno, avessimo la possibilità di vendicarci di qualcuno che odiamo o ci ha fatto un torto. La lista immagino sarebbe lunga per chiunque. Ausiliari del traffico, capi, colleghi, ex fidanzati, la ragazza che nella pubblicità consegna il porta assorbenti al poliziotto invece della patente, insomma, ce ne sarebbero per tutti i gusti, ma per quanto possa sembrare allettante bisognerebbe provare a mettersi nei panni della preda. E se qualcuno mi venisse a cercare perché ho scritto che il suo film preferito fa schifo? E se un’estetista impazzita mi rincorresse con migliaia di strisce depilatorie e pinzette per le sopracciglia? E se ancora la ragazza della pubblicità, dopo esser stata a lungo derisa, volesse infilarmi gli assorb…mamma mia che ansia teriiiibbile. Se a tutto ciò aggiungete un bel “vale tutto” con armi e macetate, siete nel mondo de La Notte Del Giudizio.
2022, Stati Uniti D’America. La situazione socio-economica non è mai stata cosi favorevole, la disoccupazione è all’uno per cento, la criminalità pressoché inesistente e il paese in forte sviluppo. Il prezzo da pagare per questo mondo utopistico è molto alto: i nuovi padri fondatori hanno istituito una notte all’anno in cui viene lasciato libero sfogo agli istinti violenti dei cittadini, tutto è permesso, compreso l’omicidio (praticamente come se i nostri politici, dopo un‘eventuale elezione, lasciassero libero sfogo per una notte alle manie omicide degli italiani..non converrebbe loro). Quelli che ne hanno la possibilità, rimangono asserragliati in casa protetti da futuristici impianti di sicurezza, proprio come la famiglia di James Sandin. James (un Ethan Hawke in ascesa dopo la riscoperta in Sinister, 2012) è il venditore numero uno di impianti anti intrusione ed insieme alla sua famiglia, composta dalla moglie Mary (Lena Headey – quella stronza di Cersei Lannister ne Il Trono di Spade) e i due figli Charlie (Max Burkholder – doppiava Calvin ne I Griffin) e Zoey (Adelaide Kane – Power Rangers R.P.M., scusa se è poco), si appresta a passare la notte più feroce dell’anno. Tutto bene, finché non si accorgono di aver lasciato fuori il cane…no, scherzo, ma sarebbe stato un problema. Ci penserà Henry, fidanzato di Zoey, a creare problemi ma soprattutto Charlie (cari genitori, entrare un po’ di più in camera sua oppure notare i capelli alla Julio Iglesias vi avrebbe fatto capire che il ragazzo è un po’ incasinato) darà rifugio ad un uomo braccato da un gruppo di persone armate che rivendicheranno il loro bottino di guerra.
James DeMonaco, regista che prima di sparire ha regalato alla cinematografia lo spledido Il Negoziatore (1998), dirige un gran film, soprattutto se consideriamo che è stato girato con un budget di soli 3 milioni di dollari (hanno costruito una Porsche con i soldi per fare una Skoda). La Notte Del Giudizio (questa volta approvo l’aver tradotto The Purge, altrimenti sembrava la storia di un gruppo di anziani stitici) è la dimostrazione che un’idea può vincere sul denaro. L’etica che spinge lo spettatore a riflettere su cosa sia bene e cosa sia male, in questo lungometraggio ad alta tensione è molto forte. Saremmo disposti a vivere in un mondo perfetto, pur pagando un prezzo cosi alto? Saremmo vittime o carnefici? Pillola blu o pillola rossa?
Credo che La Notte Del Giudizio vada premiato per la qualità in generale, nonostante ci siano molte cose che avrei personalmente aggiustato, a partire dai dialoghi (non ho le competenze per dirlo ma mi sono sembrati un po’ scontati). Inoltre alcuni modi di agire dei protagonisti, in una situazione del genere, sarebbero gli ultimi a cui penserebbe una persona normale. Inizialmente ho pensato ci fossero momenti ridicoli, ma poi sono entrato nell’ottica di un mondo fittizio in cui tutti i personaggi sono fortemente stereotipati: il capofamiglia di successo un po’ sfigatello e perfettino (se non fosse stato Ethan Hawke avreste visto un uomo con il borsello/marsupio, le scarpe ortopediche o con la punta quadrata e la maglietta della salute), la famiglia del mulino bianco che vive su un altro pianeta, la figlia studentessa vestita un po’ da zoccola, la moglie che sembra una pornostar in pensione con la parrucca nera, il poveraccio di colore, i vicini pettegoli e il cattivo con la faccia da pazzo deviato (un Rhys Wakefield giustamente disturbato dopo aver perso il padre in Sanctum, 2011) simile nell’interpretazione al Joker di Ledger.
Un po’ di Arancia Meccanica (Stanley Kubrick, 1971), un po’ di Hostage (Florent-Emilio Siri, 2005), un pò Hunger Games (Gary Ross, 2012), un pizzico di Panic Room (David Fincher, 2002 – no, c’era Kristen Stewart, questo eliminatelo) per un film che per un ora e venticinque vi lascia in tensione sulla poltrona, mostrandovi in maniera equilibrata un po’ di violenza, thriller, azione ed horror. Una piacevole sorpresa pre vacanze estive. Chiudete bene le finestre.

COSA HO IMPARATO (ATTENZIONE SPOILER)

-Non comprerò mai i sistemi di sicurezza dal signor Sandin

-E’ la prima volta che un film non va a ramengo quando pronunciano la parola “combatteremo”

-Sotto il letto è il primo posto dove guardano

-E’ importante avere buoni rapporti con il vicinato

-Bè, sono le 7, che si fa? Colazione tutti assieme?

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