Fleischman a pezzi: e alla fine ho perso mamma. La recensione della serie su DIsney+

Jesse Eisenberg è il protagonista di una storia a target millenial e dai risvolti profondamente femministi

fleischman a pezzi
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Toby Fleishman, 41enne epatologo di New York, sta attraversando una nuova fase della vita: la fine del matrimonio con Rachel lo ha lasciato in un limbo sospeso tra passato e futuro, un mix di insoddisfazione e rimpianti alleggeriti dall’uso smodato di un’app di incontri e dall’allettante promessa che il sesso possa lenire i suoi patemi. Il delicato equilibrio tra figli, lavoro e sfera privata viene sconvolto dall’improvvisa scomparsa della moglie, un mistero che Toby non può risolvere senza ripercorrere i motivi che hanno portato alla loro rottura.

Nella sua sinossi di base, Fleischman a pezzi – su Disney+ a partire dal 22 febbraio 2023 – può sembrare una serie incentrata sul suo protagonista maschile, un Jesse Eisenberg perfettamente calato nei panni di un millenial in crisi esistenziale e sentimentale, alle prese con ansie, paure e una rapida via di fuga. La sua storia viene raccontata con tono quasi favolistico dall’amica Libby (Lizzy Caplan) e si muove tra le strade e i palazzi di New York riecheggiando lo stile interpretativo di Woody Allen.

C’è molto del regista di Harry a pezzi, a partire dal richiamo al titolo. Il Toby Fleischman di Eisenberg ne condivide soprattutto la parlantina nevrotica e logorroica, tratto caratteristico della recitazione di entrambi gli attori. Le disavventure romantiche e matrimoniali del medico sono però solo la patina esterna del racconto, è dietro le crepe dei suoi pezzi che si nasconde il vero cuore della serie.

Come il best seller omonimo di Taffy Brodesser-Akner del 2019, Fleishman a pezzi può sembrare “solo” la storia di un uomo a cavallo tra la Gen X e Millenials con tutti i suoi elementi più topici (matrimoni finiti, carriera, sesso, posto nel mondo etc) ma è in realtà una più ampia riflessione sulle relazioni e il ruolo della donna in una società maschiocentrica. Ma siccome «l’unico modo per convincere qualcuno ad ascoltare una donna è raccontare la sua storia attraverso un uomo», ecco che a guidare il racconto c’è il protagonista e sullo sfondo la controparte femminile. 

La Rachel di Claire Danes è un personaggio sfuggente, percepito tramite l’esperienza e il rancore di Fleischman e le sue mancanze (emotive e fisiche), ma questo non è che il ritratto dipinto dall’ex marito ed è solo il primo strato di pittura sotto il quale si nasconde la chiave del mistero che non riguarda tanto Toby, quanto soprattutto la donna, le donne e il loro presunto ruolo socialmente imposto in ambito familiare.

Fleishman a pezzi è una serie difficilmente collocabile sia come genere che come target: ha bisogno di un suo pubblico molto specifico, fatto non solo di millenials ma di quella ormai buona fetta di loro che ha già attraversato alcuni snodi ritenuti (non per forza a ragione) fondamentali nel corso della vita. Se agganciato, lo stile sospesamente fiabesco e alla Woody Allen garantisce però intrattenimento di qualità.

Foto: Disney+ 

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