Noi credevamo

Da Lo Cascio a Servillo, da Binasco a Zingaretti, un grande cast per il Risorgimento secondo Mario Martone: tra giovani idealismi e speranze tradite

«Noi, dolce parola»: tutto l’entusiasmo della prima persona plurale, e poi il rimpianto, la disillusione di un’Italia «gretta, superba, assassina». Cavalcando trent’anni e più di storia patria, Mario Martone racconta quattro pagine oscure del Risorgimento: si comincia con tre giovani rivoluzionari cilentani (Edoardo Natoli, Andrea Bosca e Luigi Pisani) che decidono di affiliarsi alla Giovine Italia. La sorte di Salvatore sembra scritta nel suo ceto, unico proletario tra due nobili; per Domenico (Lo Cascio) arriveranno gli anni del carcere borbonico, mentre Angelo (un febbrile Valerio Binasco) attenterà senza successo alla vita di Napoleone III. Finale da star male: l’Alba della Nazione, il capitolo conclusivo, è una guerra civile, coi bersaglieri sabaudi che cannoneggiano le camicie rosse. Non è il bignami che interessa a Martone: niente Cinque Giornate di Milano, dei fratelli Bandiera solo l’eco della disfatta. Ci sono, è vero, i personaggi storici: Cristina di Belgiojoso (Inaudi); Mazzini (Servillo), teorico del tirannicidio; Crispi (Zingaretti) e Gallenga (Barbareschi), campioni di trasformismo. Garibaldi un’ombra, Cavour assente giustificato (la prospettiva è repubblicana e meridionalista). «Qualcuno, forse, girerà lo stesso film da un punto di vista monarchico» dice Martone: sarebbe bello, ma cineasti altrettanto coraggiosi, all’orizzonte, non sembra di vederne.

Regia: Mario Martone
Interpreti
: Luigi Lo Cascio, Valerio Binasco, Francesca Inaudi
Trama
: In quattro capitoli, la storia di tre rivoluzionari del Sud e dei loro ideali patriottici. E la Storia, con la s maiuscola, del Risorgimento, dai moti del 1828 fino all’Alba della Nazione.
Online
: www.noicredevamo.it

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La scheda è pubblicata su Best Movie di novembre a pag. 108

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