Dragon Trainer, come tutto ebbe inizio

Dal libro al film

Pubblichiamo gli estratti del pressbook ufficiale del film d’animazione DreamWorks.

Fu circa sei anni fa, quando i responsabili creativi della DreamWorks Animation mostrarono il loro interesse per la serie di libri della scrittrice britannica Cressida Cowell. Con una solida reputazione creata attraverso libri brevi ma ben scritti e forte di un grande successo nelle vendite, i responsabili DreamWorks non persero un minuto nel credere al potenziale cinematografico della storia che narra le gesta di un ragazzo magrolino di nome Hic, il quale cerca a modo suo di trovare un posto nel competitivo mondo dei grandi e grossi vichinghi. “Se stai scrivendo su vichinghi e draghi sai che ciò che stai trattando si occuperà di qualcosa di estremamente grande”, dice la Cowell. “Ero incredibilmente eccitata quando DreamWorks ha espresso interesse per i miei libri, soprattutto perché potevo a malapena immaginare la forza produttiva che avrebbe portato alla realizzazione del film “

Forte del successo della commedia DreamWorks, l’avventura suburbana La Gang Del Bosco, non ci volle molto per la produttrice Bonnie Arnold ad interessarsi a questo nuovo progetto, durante il processo di produzione non tolse mai la sua attenzione e il suo occhio critico, in tutte le fasi, e quando il co-presidente alla produzione Bill Damaschke le chiese su quale prossimo progetto avrebbe voluto lavorare, lei scelse Dragon Trainer.

Per Arnold, una delle più grandi sfide come produttore è stata quella di prendere il mondo creato dalla Cowell nei suoi libri e adattarlo per un lungometraggio. “Abbiamo voluto far sì che il film fosse un grande evento, un vero action-movie con grandi personaggi che avrebbero interessato un vasto pubblico”, spiega Arnold. “In tutti i nostri altri film, i personaggi principali sono gli adulti o gli animali, ma in questo film, abbiamo un adolescente come nostro eroe il che rappresenta una nuova direzione per lo studio. La personalità di Hic e la sua interazione con i draghi oltre alle variegate personalità dei vichinghi sono la forza dell’umorismo presente nella storia. Gli elementi c’erano tutti: avventura, umorismo e amore, ma avevamo bisogno di un forte team di sceneggiatori e registi per dare una forma all’intero progetto”. Al timone del progetto, lo studio volle il candidato all’Oscar, scrittore, regista Chris Sanders e lo scrittore-regista Dean DeBlois. Per Sanders l’attrazione verso il racconto di Hic è stata immediata: “Penso che il racconto all’interno di questa storia sia di un’enorme profondità emotiva ed estremamente entusiasmante, ma ciò che più ha suscitato il mio interesse sono state le sequenze di volo”, dice Sanders. “Per molto tempo, ho voluto fare un film che in qualche modo coinvolgesse creature, persone o supereroi volanti, così quando ho letto una prima versione di questa storia, ho pensato che avremmo potuto farli interagire in luoghi mai visti prima!”

“Chris mi ha chiamato un fine settimana, subito dopo aver parlato con Jeffrey Katzenberg“, aggiunge lo scrittore-regista Dean DeBlois, “e mi ha fatto presente che Dragon Trainer era qualcosa che stava nelle mie corde e in particolare la straordinaria storia di un adolescente protagonista di un film d’avventura e d’azione. Questo è davvero qualcosa che mi attira – sono queste le storie che scrivo. Ho letto immediatamente il libro e ho potuto vedere tutte le potenzialità riguardo al film, inoltre lavorare ancora una volta con Chris era decisamente emozionante “.

Il libro inizia dal punto in cui i draghi sono perfettamente integrati nella vita e nella struttura sociale della tribù vichinga, i realizzatori del film hanno invece deciso di spostare la narrazione indietro di qualche anno e questo si è rivelato il punto chiave. Spiega Arnold, “In termini di narrazione, credo che il nostro passo vincente sia stato trattare la storia dall’origine, ovvero di come Hic e la sua relazione con un drago chiamato Sdentato abbiano cambiato le sorti e il destino di tutto il suo popolo. Volevamo raccontare questa storia, come iniziò il rapporto tra vichinghi e draghi che portò alle avventure narrate nei libri, che abbiamo conosciuto ed amato”.

I Libri della Cowell sono vagamente basati sulle esperienze d’infanzia dell’autrice, trascorsa su una remota isola disabitata al largo della costa occidentale della Scozia. Senza strade, case ed energia elettrica,si rivelò la cornice ideale per lasciar correre libera la fantasia della giovane Cowell, lo scenario che poi sarebbe stato alla base delle sue storie popolate da vichinghi e draghi. Diversi tratti del carattere del giovane Hic alle prese con il corso anti-drago e con un padre come Stoick l’Immenso si possono rintracciare nel carattere dell’autrice. Eppure, nonostante Hic sia così lontano dallo standard fisico dei vichinghi, si strugge e tenta strenuamente di diventare un combattente in una società di guerrieri.

“I Vichinghi sono duri, con un codice e un credo”, spiega Sanders. “Combattere è una seconda natura per loro. Se si è un vichingo non ci si ritira da una battaglia, si è forti fisicamente, coraggiosi e non ci si tira mai indietro. La cosa che più amiamo in Hic è che vuole essere un vichingo. Non si è svegliato un giorno dicendo: ‘Vorrei, ma non ho la stoffa adatta’, al contrario, vuole disperatamente essere uno di loro”.

Tale prospettiva ha aiutato i registi a rappresentare la motivazione e la personalità di Hic come di un adolescente che vuole realizzare le proprie potenzialità. “Lui non capisce tutto quello che succede nel villaggio, ma una cosa è chiara, le sue prospettive e le sue capacità sono diverse”, continua Sanders. “Suo padre non lo capisce e neppure gli abitanti del villaggio. Ma noi sì, ed è proprio questo che ci piace del suo personaggio”.

L’Head of Story Alessandro Carloni dice: “C’erano molti elementi ispirativi nel libro che abbiamo voluto inserire nel film. Affascinante sicuramente era il modo in cui l’autrice descrive la vita quotidiana dei vichinghi. Abbiamo voluto alzare il tiro della narrazione, e abbiamo anche aumentato l’età del giovane Hic per traghettare tutto verso il genere azione/avventura. Abbiamo voluto mantenere intatto il fascino del linguaggio, ma mostrando il tutto in un altro modo. Come i vichinghi vivono, viaggiano, cacciano? È da lì che abbiamo cominciato”.

“Ci siamo davvero spinti al di là dei nostri normali metodi di realizzazione e più di quanto siamo abituati a fare di solito,” interviene il produttore Bonnie Arnold, “e devo dare il merito allo staff dello studio per aver reso possibile tutto ciò.”

“Tutto questo arriva direttamente dalla ‘mente’ della stessa DreamWorks Animation“, afferma Chris Sanders. “Se stai facendo qualcosa a metà, lei te lo fa notare”. Egli ricorda che contemporaneamente al risolvere problemi inerenti la storia si deve sempre ricordare che si sta girando un film. Ed è solo con un lavoro duro e certosino che si possono risolvere tutti i problemi e andare dritti al punto del problema”.

Ma al centro di tutto, come sempre, c’è la storia, e lo studio ha trovato la sua coppia d’assi in quella formata da Sanders e DeBlois. Come produttrice Bonnie Arnold osserva, “Chris e Dean, nella loro essenza, sono dei grandi narratori. Si possono avere la migliore tecnica d’animazione, la musica, gli effetti sonori, ma si deve comunque avere e sostenere una grande storia. Come registi e scrittori avevano in mente un modo per raccontare questa storia, un adattamento molto specifico di un libro amato. Essi sono particolarmente bravi a comunicare a tutto lo staff la loro visione del progetto. Il mio lavoro, e quello dell’intero staff, era far si che quella visione fosse fedelmente riportata sullo schermo. sono dei grandi ispiratori, e ognuno di noi è stato spronato a fare sempre meglio. Sanders e DeBlois si conobbero lavorando su “Mulan”, e ebbero la loro prima collaborazione scrivendo e dirigendo “Lilo & Stitch”, nomination come miglior lungometraggio d’animazione del 2002 dall’Academy of Motion Picture Arts and Sciences. I due hanno scoperto che lavorare insieme avrebbe migliorato il loro mestiere. DeBlois dice: “Sembravamo connessi sulla stessa lunghezza d’onda, possiamo arrivare allo stesso risultato finale, pur venendo da differenti prospettive. Penso di essere in grado di condividere le sue idee e di aggiungervi stimoli, senza deragliare, e credo che lui possa fare lo stesso per me. Cosi come scriviamo e dirigiamo insieme, questo finisce per essere un accordo molto vantaggioso, c’è un senso di simpatica creatività. Ci completiamo a vicenda “.

“Abbiamo un buon rapporto di lavoro. Per noi, il trucco è quello di essere duri con la storia e testarla sulle debolezze, ma senza andare troppo lontano perdendo le parti delicate. vogliamo che la storia abbia un senso pur senza rinunciare alla sorpresa e alla magia, l’unico modo per rendere possibile tutto ciò e credere fermamente l’uno nell’istinto dell’altro. Dean ed io abbiamo complessivamente la stessa sensibilità e tendiamo a tenere lo stesso tono con il nostro racconto. Detto questo, di solito le cose vengono da esperienze diverse, ma convergono sempre nella stessa direzione. Noi delineiamo la storia insieme, ma poi ci immergiamo individualmente nelle scene. Questo è il processo attraverso il quale svolgiamo la maggior parte del lavoro, poi leggiamo reciprocamente le pagine dell’atro. Sono sempre sorpreso dall’angolazione che Dean riesce a dare, e mi piace sempre dove si arriva. Con i miei appunti e note poste sul suo lavoro cerco sempre di non stravolgere o cercare di rendere il suo scritto qualcosa che avrei voluto scrivere io, anzi cerco di completarlo. Lui fa lo stesso per me. I nostri film sono una collaborazione reale e sincera “.

A loro volta, la coppia ha trovato il loro campione in Bonnie Arnold. “Bonnie è una grande- è come se sia nata per fare questo”, dice Sanders. “Lei protegge il film, ed è totalmente in sintonia con quanto il regista e lo scrittore stanno cercando di realizzare. Essa ci dà uno spazio sicuro in cui creare. Lei combatte per noi, e le scene per lo più senza parole di Hic e Sdentato all’inizio della loro amicizia, non sarebbero nel film, se non ci fossimo sentiti così protetti dall’ambiente che la Arnold ha creato per l’intero staff “.

Secondo DeBlois, “Bonnie eccelle veramente nell’affrontare le situazioni caotiche che si presentano durante la produzione a andare diritta al cuore del problema. Questa è la cosa migliore che un produttore possa fare, ciò di cui si ha realmente bisogno durante la lavorazione di un film, per questo ho un’immensa fiducia in lei, e so che per lei, la cosa più importante è la buona riuscita del film.

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