In viaggio per Cartoonia (Parte 18)

Una pistola per… Rango

Rango è un camaleonte in crisi di identità. È cresciuto senza amici, in una prigione di vetro, con l’unica compagnia di un pesciolino di plastica. Ma sotto sotto sa di essere un eroe, destinato a gesta epiche e orizzonti sconfinati. Sogna di diventare sceriffo e portare la giustizia là dove regna il caos, ma non è mai uscito di casa. Almeno fino a quando una “serie di fortunati eventi” non gli permette di fuggire dalla sua gabbia dorata e lanciarsi a testa bassa tra le sconfinate dune del deserto del Mojave, fino ad arrivare alla sgangherata città di Dirt.
È così che comincia la storia di Rango, cartoon in arrivo l’11 marzo. E, per una volta, non stiamo parlando di una produzione Pixar o DreamWorks: le tragicomiche vicende del camaleonte che credeva di essere coraggioso, infatti, sono state create dalla Industrial Light & Magic, compagnia sussidiaria della Lucasfilm (la casa di produzione fondata da George Lucas). I più attenti avranno già drizzato le orecchie: stiamo parlando degli studios nati per dar vita ad astronavi e droidi di Guerre stellari e che, dal 1975 a oggi, hanno realizzato effetti speciali per più di trecento film (e che film: Indiana Jones e Harry Potter vi bastano?) e rastrellato premi. E che hanno deciso, con Rango, di arruolare il regista Gore Verbinski (quello dei Pirati dei Caraibi) per un ingresso in grande stile nel mondo dell’animazione, che in casa Lucas era stata finora appannaggio di un’altra compagnia, quella Lucasfilm Animation che nel 2008 lanciò la serie in CGI Clone Wars, ambientata nell’universo di Guerre stellari. In prima fila per questo esordio, uno dei fedelissimi di Verbinski, nonché una delle stelle più luminose di Hollywood: Johnny Depp, quasi un novellino nel mondo dei cartoon (finora, per lui, solo La sposa cadavere di Tim Burton) ma «perfetto per il ruolo» secondo il regista. «Ho sempre pensato che fosse una persona “lucertolosa”, come modo di muoversi, come aspetto, ed è stato normale proporgli la parte. E pensare che tutto è nato quasi per caso, perché volevo rilassarmi dopo lo stress dei primi due Pirati dei Caraibi. Quindi ho chiamato i miei disegnatori preferiti e ho detto: “Facciamo un film con protagonisti gli animali del vecchio West”».

Qui sotto due scene del film.


L’articolo è pubblicato su Best Movie di marzo.

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