Tron Legacy: Effetti e tecnologie

Ecco come Jeff Bridges è tornato trentenne

Pubblichiamo gli estratti del Pressbook ufficiale del film:

TRON: Legacy” è una vetrina per le moderne tecnologie e presenta alcune novità assolute nella storia del cinema: è il primo film in 3D a integrare una testa ed un corpo completamente in digitale per dare vita al giovane personaggio di Jeff Bridges; il primo film in cui è usata una serie di costumi autoilluminati; il primo film in cui i costumi sono stati creati a partire da modelli digitali, adoperando la tenologia CNC (Computer Numerical Cutting); il primo film in 3D girato con lenti 35mm e macchine da presa con sensori 35mm.
In TRON: Legacy è stata adoperata a livelli eccezionali anche la tenologia nota come facial-capture. Usando una scansione tridimensionale di Jeff Bridges, è stato realizzato uno stampo del suo viso e da esso una maschera con 52 sensori, utilizzata come marcatore facciale per quattro camere da presa legate ad un casco di fibra di carbonio.

Nel frattempo una versione digitale tridimensionale di Bridges è stata creata nel dominio digitale con decine di foto di Bridges all’età di 30 anni mosso dai 52 sensori della maschera creata apposta. È stato il più grande ostacolo tecnico dei filmmaker. Afferma Kosinski: “Non credo ci sia qualcosa di più complesso che ricreare un personaggio digitale che deve presenziare in un scena con un attore reale. In più è un personaggio che il pubblico conosce… e per questo abbiamo dovuto cogliere tutto il carisma di Bridges”.
Quando interpreta Clu, Bridges indossa la maschera con i 52 sensori l’Helmet Mounted Camera (HMC); i movimenti del suo volto sono trasferiti ad un computer e vengono adoperati per controllare le espressioni e i movimenti del volto digitale. Per questo la recitazione del giovane Bridges è controllata dal Bridges reale come se il giovane Bridges fosse realmente sullo schermo. I dati inviati al computer hanno reso possibile le espressioni e i movimenti della bocca proprio come se Bridges fosse sul set.

Clu doveva sembrare, respirare e recitare esattamente come il giovane Jeff”, commenta il Premio Oscar Eric Barba, supervisore agli effetti visivi. “Jeff ci ha fornito una performance eccellente per rendere possibile tutto ciò, ma doveva essere credibile, un uomo reale e in questo caso un perfetto Jeff Bridges dei primi anni ’80.
Con l’utilizzo della tecnologia E-motion Capture spingendola molto più il là di quanto non sia mai stato fatto prima”. TRON: Legacy è il primo film ad usare la tecnologia con l’Helmet Mounted Camera in live action, permettendo all’attore di interagire con gli altri sull scena. La tecnica, come puntualizza il produttore Sean Bailey “ci permette di poter girare scene che un tempo non era possibile fare. E rispetto al “Curioso caso di Benjamin Button” la sfida era differente: in quel caso come potesse essere Brad Pitt all’età di ottanta anni era immaginazione, nel caso di Bridges il pubblico sa com’era lui nei primi anni ottanta avendo recitato nel film Due vite in gioco. Non era tecnologia e basta, andava utilizzata in modo del tutto nuovo”.

Jeff Bridges ha abbracciato la nuova tecnologia su un piano personale. “Mi piace andare al cinema e ogni qualvolta vedo un film epico in cui un personaggio da ragazzo diventa vecchio, generalmente vengono chiamati più attori ad interpretare le varie fasi. Ma in questo caso per me, in qualità di attore, è molto gratificante sapere di poter interpretare me stesso o un personaggio a qualsiasi età, dall’infanzia alla vecchiaia. È molto eccitante soprattutto essere parte di una tecnologia così d’avanguardia”.
Mentre la tecnologia tenta di creare un’esperienza molto più realistica e coinvolgente la domanda che viene da porsi è quanto potesse funzionare l’interazione tra uomini e computer. Ma le premesse di TRON: Legacy hanno un nesso con la realtà? I filmmaker volevano un film fortemente reale ma che desse anche un senso altamente
scientifico. Sentivano che se il pubblico avesse sospettato che alcune premesse scientifiche fossero state intaccate allora la storia non sarebbe stata credibile.

Così grazie all’aiuto del produttore Jeffrey Silver i filmmaker si sono avvalsi dell’aiuto del National Academy of Sciences’ Science and Entertainment Exchange a cui hanno rivolto domande del tipo: è possibile iniettare in un computer la versione digitale di un essere umano? E può una personalità digitale essere convertita in un essere umano? Hanno incontrato scienziati per parlare di alcune questioni fondamentali alla base di TRON: Legacy. Le risposte li hanno letteralmente sorpresi. Sembra che se si ha abbastanza potenza di calcolo, con l’ausilio della fisica quantistica e basandosi sulle teorie del teletrasporto quantistico, allora ciò potrebbe accadere. “Eravamo estasiati, tutto ciò ha dato l’input alla nostra immaginazione. La fantascienza non è detto che debba essere realtà. È un’esplorazione di ciò che ptorebbe essere possibile”, afferma Silver.
Aggiunge il regista Kosinski: “È stato straordinario poter sentir dire da molti scienziati che il film TRON potrebbe ispirare le loro ricerche, portandoli a pensare da una prospettiva differente. È stata un’esperienza bellissima”.

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