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Lost: perché è un capolavoro – Le lacrime

Il regista Fabio Guaglione, appassionato della serie, ci spiega perché l'opera è un evento mediatico senza precedenti. E afferma che le risposte ai misteri ci sono, basta unire i puntini...

Lost: perché è un capolavoro – Le lacrime

Il regista Fabio Guaglione, appassionato della serie, ci spiega perché l'opera è un evento mediatico senza precedenti. E afferma che le risposte ai misteri ci sono, basta unire i puntini...

Fabio Guaglione, il regista del duo Fabio & Fabio che ha realizzato i cortometraggi premiati in tutto il mondo Afterville, Silver Rope ed Eden, da grande appassionato condivide con i lettori di Best Movie un’approfondita analisi sul serial che ha rivoluzionato il genere, Lost.

(segue da) Vivo due ore senza interruzione pubblicitarie (forse un dio della televisione esiste, e si è fatto perdonare tutti i suoi peccati con questo atto di compensazione) e, lo dico, piango cinque volte. E non me ne frega niente. So che anche tutti quelli che hanno criticato Lost si sono commossi qua e là. Impossibile non farlo. Lost può essere criticato su diversi fronti ma su una cosa non si può discutere: Lost emoziona. Lost è emozionante. Lost è fatto di emozioni.

Mentre guardo il finale, mi rendo conto come, anche durante queste ultime due ore, continuo a formulare teorie su cosa sta succedendo, scena dopo scena. Malinconicamente, con i minuti che passano, mi chiedo “quando ricapiterà più una cosa così?”

Qualcuno ha amato questo finale. Qualcuno si è sentito preso in giro. Qualcuno non smetterà mai di formulare teorie. Ma tutti quanti sono stati coinvolti, in un modo o nell’altro. Lost è un’opera multi sfaccettata, costituita da diversi livelli di lettura ed entertainment. Mi fa sorridere teneramente chi dice che «Lost è una merda», e poi non ha mai smesso di guardarselo per sei anni «sì ma solo per vedere come va a finire». Credo che se uno non avesse voglia o piacere di guardare un film o un telefilm, o di leggere un libro, non lo farebbe, semplicemente. Soprattutto se è un impegno che dura sei anni. Io ho visto i primi 6 episodi di Fringe, il nuovo serial di J.J. Abrams. C’erano delle cose carine, interessanti, certo ma l’ho trovato pasticciato e noioso. Bum, ho smesso di guardarlo, anche se alcune persone mi hanno detto «eh, ma alla fine della prima serie capirai qual è il vero fulcro di tutto…». Sì, ok, ma a me le prime cinque puntate hanno annoiato. Non ho motivo di proseguire. Non vado avanti a guardarlo solo per poi criticarlo. Ci sarà un motivo se FlashForward chiude dopo la prima stagione, e il fenomeno Lost non accenna a diminuire, e non scomparirà dopo il Finale, statene certi. (continua)

Lo speciale continua, diviso in capitoli:

Le lacrime

Gli ultimi minuti

«Un messaggio semplice»

La teoria spirituale

La teoria scientifica

I punti forti

Il linguaggio

I personaggi

Il binomio fede e scienza

I misteri

Una mania collettiva

L’utilizzo dei media

«Let it go»


Leggi lo speciale Lost: perché NON è un capolavoro


Inoltre, per conoscere tutto di Lost:

Guarda il video delle domande irrisolte
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