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Rio 2 – Missione Amazzonia: la recensione di Karin Ebnet

Rio 2 – Missione Amazzonia: la recensione di Karin Ebnet

Tre anni dopo Rio, Carlos Saldanha (il regista dietro il successo della saga de L’Era Glaciale) torna a raccontare il suo Brasile. Quello impregnato di musica, gioia, allegria e natura. In Rio 2 – Missione Amazzonia protagonista è ancora una volta Blu, il pappagallino che adora gli agi della vita moderna. Ora però è sposato con Gioiel e ha tre figli, ai quali cerca di trasmettere tutte le sue conoscenze sulla preparazione di una perfetta colazione con le frittelle accompagnato da un sano zapping televisivo. Ma la consorte non vede molto di buon occhio questo suo lato “umano” e neppure la tranquilla e agiata vita in un’area protetta di Rio de Janiero. Tutto cambia quando si paventa la possibilità che loro non siano per davvero gli ultimi della loro specie. Così, seguendo il detto “moglie felice vita felice”, Blu acconsente a partire per la foresta Amazzonica abbandonando tutte le comodità (ma non il suo navigatore né il coltellino svizzero) e ritrovandosi così all’improvviso ad affrontare non solo il burbero suocero o il perfetto rivale in amore, ma una vita selvaggia dove si mangiano insetti (!) e dove per sopravvivere bisogna usare becco e artigli.

Se il primo Rio vi aveva convinto per lo humor e l’azione, il secondo Rio vi conquisterà definitivamente per la musica e i colori. Tutto è amplificato in questo sequel dove la parola d’ordine è divertimento e dove non c’è spazio per la monotonia. Già dalla sequenza iniziale, infatti, ambientata durante il carnevale di Rio de Janeiro, la melodia del Brasile diventa predominante ed è impossibile non farsi travolgere dal ritmo sfrenato. I due temi principali del film, la famiglia e la salvaguardia della natura, infatti, sono scanditi dagli stacchetti musicali coreografati con la maestria di Esther Williams, che fanno quasi passare in secondo piano i messaggi che si vuol trasmettere ai più piccoli. Innanzitutto l’importanza della famiglia, e che casa non vuol dire un mero edificio di mattoni (con la televisione) ma qualunque luogo al mondo dove si sta insieme, ma anche l’importanza della natura e degli enormi danni causati dallo sfruttamento selvaggio del territorio. Il cattivo del film infatti non è il suocero, che si ritrova a dover fare i conti con un genero che proprio non si aspettava, e neppure Miguel (Nigel in originale), il cacatua vendicativo che trova in una tenera ranocchia velenosa la sua più fida (e innamorata ) alleata, bensì gli uomini e la loro insaziabile fame di denaro, decisi a distruggere l’intera foresta Amazzonica per un puro interesse economico.
Punto forte del film è anche una comicità degna della miglior commedia americana (tanti i riferimenti, seppur involontari, a Ti presento i miei), e non manca neppure un riferimento calcistico nell’anno dei mondiali brasiliani.

Leggi la trama e guarda il trailer

Mi piace
La musica è travolgente e gli stacchetti sono coreografati a meraviglia: restare fermi è impossibile.

Non mi piace
La forza della componente musicale fa cadere un po’ in secondo piano l’azione vera e propria

Consigliato a chi
Non sa resistere al ritmo della samba.

Voto: 4/5

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