Dopo le prime voci di qualche malumore sul set di Bohemian Rhapsody, ieri abbiamo appreso che la 20th Century Fox ha deciso di licenziare il regista del biopic Bryan Singer.
Ma non solo, stando a quando riportato dall’Hollywood Reporter, gli uffici di Singer presso la major sarebbero stati smantellati. Il contratto con la Fox e la sua casa di produzione, la Bad Hat Harry, era scaduto già a ottobre, ma gli studios avevano prolungato l’accordo per la durata delle riprese del film sui Queen. Terminata la collaborazione, ecco che la 20th Century Fox si è ripresa anche i suoi spazi.
Ora, Singer ha deciso di rispondere alle accuse attraverso il suo avvocato, che ha riferito: «Bohemian Rhapsody è un progetto dove ho messo tutto me stesso. A solo tre settimane dalla fine delle riprese, ho chiesto alla Fox un po’ di tempo libero per poter tornare negli Stati Uniti per affrontare dei pressanti problemi di salute di un mio familiare. È stata un’esperienza faticosa che mi è costata la mia stessa salute. Sfortunatamente lo studio non ha voluto assecondarmi e ha deciso di porre fine al nostro rapporto. Non si è trattato di una decisione mia visto che era una questione che andava oltre il mio controllo».
Il regista parla anche delle tensioni con l’attore protagonista Rami Malek: «Abbiamo avuto delle divergenze creative sul set, ma Rami e io le avevamo superate e abbiamo continuato a lavorare sul film insieme fino a poco prima del Ringraziamento. Volevo solo avere l’opportunità di terminare questo progetto e onorare l’eredità dei Queen, ma la Fox non me lo ha permesso perché ho avuto la temporanea necessità di mettere al primo posto la mia salute e quella dei miei cari».
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