Claudia Zanella in difesa del marito Fausto Brizzi: «Contro di lui tribunale mediatico»

La moglie del regista, accusato di molestie da 10 ragazze in una puntata del programma Mediaset Le Iene, è intervenuta sul caso inviando una lettera al Corriere della Sera

Come avevamo già riportato pochi giorni fa, in un servizio curato da Dino Giarruso e mandato in onda nel corso del programma Tv Mediaset Le Iene  il regista italiano Fausto Brizzi è stato accusato di molestie da 10 ragazze.

Oltre ad alcune attrici e colleghi che hanno difeso Brizzi sui propri profili social, sul caso è intervenuta anche Claudia Zanella. La moglie del regista (i due sono sposati da luglio 2014) ha inviato ieri, 15 novembre, una lettera al Corriere della Sera in cui contesta non solo le modalità con cui è stato accusato il marito, ma anche la gogna mediatica che ha investito, di conseguenza, l’intera famiglia (i due hanno anche una figlia). Ve ne riportiamo uno stralcio qui di seguito: «Si può e si deve dire di NO davanti a una avance di un produttore o di un regista importante, se questo non ci piace. Perché la carriera si costruisce con il talento, lo studio, l’impegno, non a letto. Mi addolora molto ascoltare le accuse che sono state rivolte a Fausto in questi giorni perché non corrispondono in nessun modo alla persona che conosco, pur nutrendo il massimo rispetto per le donne che si sono sentite ferite. Mi spiace anche perché a prescindere dal fatto che l’imputato in questo tribunale mediatico sia mio marito, non trovo affatto corretto per nessuno essere descritto come il peggiore dei criminali. (…) Mio marito ha ribadito, più volte, di non aver mai avuto rapporti non consenzienti. In questo momento gli sono vicina perché così avviene tra una moglie e un marito quando si affrontano periodi difficili. Queste accuse formulate in tv, nei salotti televisivi di trasmissioni di gossip, senza nessuna garanzia, possono distruggere la carriera di un uomo, il suo matrimonio e la sua esistenza». 

La lettera di Claudia Zanella conclude poi raccontando: «Sono barricata in casa da 5 giorni e non posso nemmeno portare mia figlia di un anno e mezzo al parco, perché sotto al nostro portone ci sono giornalisti e paparazzi a qualsiasi ora del giorno e della notte. Anche questa può essere considerata violenza sulle donne: in questo caso io e mia figlia».

Per leggere il testo integrale potete andare a questo link.

Fonte: Corriere.it

Foto: © Getty

 

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