I soliti idioti dividono l’Italia. Voi da che parte state?

Satira attuale e pungente, che smaschera i mostri di oggi o film dalla risata facile che induce lo spettatore a rimanere sulla superficie? I nostri blogger si schierano e sono pronti al confronto. Con voi!

I soliti idioti hanno fatto il botto. Di incassi e polemiche. Il successo ai botteghini (4,5 i milioni di euro incassati al debutto e 5,8 raggiunti fino a ieri) del duo comico composto da Francesco Mandelli e Fabrizio Biggio, che hanno portato al cinema gli sketch e i personaggi del loro già popolarissimo show di MTv, è stato infatti accompagnato da molte critiche. Una su tutte quella di sollevare solo apparentemente questioni sociali, promuovendo invece una comicità vuota assolutamente inutile e dannosa, soprattutto per i più giovani.

Un dibattito al quale voi stessi avete partecipato, con i vostri commenti sul sito, su Facebook o partecipando al nostro sondaggio. E che rispecchia due schieramenti, quasi equamente divisi, tra detrattori e sostenitori della grottesca e volgare o efficacissima (a seconda dei cai) satira de I soliti idioti.

Due fazioni che vengono rappresentate bene tramite gli interventi del caposervizio del nostro sito, Alice Zampa, e del direttore Editoriale, Luca Maragno, nei loro rispettivi blog.
Di seguito vi proponiamo due estratti dei loro post. Voi da che parte state?

Dal blog di Alice Zampa. “I soliti idioti, “dai cxxxx” non basta”:

“A mio parere, al di là di un’analisi del film in quanto tale (che trovate nella mia recensione), va detto che il germe alla base di tutto il concept de I soliti idioti è tutt’altro che banale, ma che al tempo stesso la messa in scena in cui si rifugia finisce per smorzarne l’efficacia e deviare l’attenzione. La satira tagliente della società contemporanea che sta alla base della serie tv e che è ripresa nel film dipinge davvero un ritratto spietato dei peggiori prototipi umani disponibili sulla piazza. Il problema però sta nella scelta di eleggere la volgarità becera e la gag scatologica a cifra primaria della narrazione, facendo deragliare il film dai binari della satira sociale a quelli della risata facile che induce lo spettatore a rimanere sulla superficie. Un rischio troppo alto da correre, soprattutto con il pubblico più giovane che non possiede ancora tutti gli strumenti per scavare oltre e che difficilmente riuscirà a riconoscere tra il bombardamento dei “dai cazzo” ripetuti a oltranza l’abisso di un padre ignorante che diseduca il figlio, istruendolo all’illegalità e a una sorta di bieco libertinaggio a base di sesso e droga.”. Continua a leggere

Dal blog di Luca Maragno. “Il talento dei soliti idioti”:

“Si accusa I soliti idioti di essere volgare. Ma non è rozzo, né grossolano per i motivi di cui sopra. Anzi, è un prodotto che esprime talento e molto molto curato nei particolari. Vogliamo dire che è indecente e osceno? Lo è, volutamente, ma né più né meno dei cinepanettoni o di film americani osannati anche dalla nostra critica come Una notte da leoni. Non capisco proprio, quindi, lo scandalizzarsi di Concita de Gregorio ripresa anche da Aldo Grasso sul Corriere in cui attraverso la narrazione della cronaca di un fallimento, il suo, che per tre giorni ha provato a capire il film, lancia accuse di “vuoto volgare” e invita a rieducare i figli con qualcosa di più costruttivo. E’ chiaro che paragonando I soliti idioti a This Must Be the Place si fallisce nel capirlo, cara Concita. Qui si naviga in altre acque, ma mica per forza “sbagliate” o da demonizzare. Si vuol solo far ridere le persone per un’ora e mezza, lo si fa con grande qualità e, infine, lo si fa anche in modo molto intelligente. Perché I soliti idioti non è assolutamente privo di valore, anche dal punto di vista dei contenuti, anzi. […] I soliti idioti fotografano il mondo di oggi e intercettano la realtà come nessuno altro comico è riuscito a fare negli ultimi tempi. I temi sono di grande attualità e vengono affrontati smascherando i mostri”. Continua a leggere

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