Il giorno in più: la recensione di Silvia Urban

Chi non ha letto il libro da cui il film è tratto probabilmente non ama il suo autore e non aspetta questo film. Viceversa, chi lo ha letto (e sono un milione di persone) è fan di Fabio Volo e probabilmente ha già prenotato i biglietti per andare al cinema il prossimo 2 dicembre. Ai primi Il giorno in più non piacerà, o quanto meno non sorprenderà. Ai secondi sì. E la causa (o motivo, a seconda della prospettiva) è proprio lui: Volo e tutto l’universo che questo personaggio evoca.

Nonostante qualche inevitabile rinuncia e semplificazione, il film di Massimo Venier non tradisce lo spirito del romanzo e traduce piuttosto fedelmente la storia di Giacomo e Michela: lui manager di successo, bravo sul lavoro, collezionista di donne ma allergico a qualsiasi relazione sentimentale duratura; lei donna in carriera, disillusa dall’amore e in partenza per New York dove ha deciso di trasferirsi. Ogni mattina si incontrano sullo stesso tram, si scambiano qualche sguardo fino a che Michela non decide di rompere il silenzio, lo invita a prendere un caffè e, inconsapevolmente, penetra il suo cuore fino a quel momento impermeabile al sentimento, quello vero.

Non è la prima volta che Fabio Volo interpreta un uomo brillante, infedele, bugiardo e molto sicuro di sé, almeno fino a quando qualcosa o qualcuno non sconvolge la sua esistenza. Caratteristiche che in parte incarna anche nella vita vera (non è un mistero che Volo proietti molto di sé nei suoi libri e nei suoi personaggi) e che sicuramente ha portato sul grande schermo, da Uno su due a Bianco e nero, fino a Il giorno in più. Dove il suo Giacomo non fa altro che mentire, a se stesso, alla madre (Stefania Sandrelli), alla migliore amica Silvia (Camilla Filippi), al collega in crisi Dante (Pietro Ragusa). Non per cattiveria o malafede, semplicemente perché è in balia di una vita alla quale non riesce a dare una direzione precisa. E, nonostante tutto, riesce a farsi amare. Proprio come il suo interprete, che sia in tv, in radio, al cinema o in libreria.
Inutile girarci intorno, Il giorno in più è un film Volo-centrico, nato grazie a Fabio Volo e con l’idea di far leva sulla popolarità di un personaggio amato e atteso. Attorno a lui ruotano una serie di figure più o meno “risolte”, a partire da Michela (una Isabella Ragonese in gran forma) fino a Chandry, alias Hassani Shapi in qualità di (improbabile) amico, consigliere e confidente, senza rinunciare a un divertente cameo di Luciana Littizzetto.

Sebbene l’intreccio, tra Milano e New York, si sviluppi con una certa continuità, il film visivamente e stilisticamente risulta diviso in due momenti. In America perde il pessimismo e la visione amara della vita (meglio relegare questi sentimenti in Italia) e si abbandona all’amore e alla follia che questo porta con sé, lasciandosi andare a molti più “clichè” e appropriandosi delle convenzioni della commedia romantica americana. Le citazioni a Harry ti presento Sally e Serendipity sono evidenti, ma II giorno in più non riesce a replicare l’intelligenza dei dialoghi (nel primo caso) e la magia capace di far sospendere il giudizio dello spettatore (nel secondo). E l’artificio, specie nell’ultima parte (dove, grazie alla complicità del vento e di un italo-americano che inspiegabilmente si appassiona a questa storia, il messaggio d’amore di Giacomo arriverà a Michela), finisce per infastidire. E stimola con un po’ troppa furbizia il condotto lacrimale.

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Mi piace
La normalità dei personaggi che li rende molto aderenti alla realtà, il racconto dell’amore e delle sue difficoltà (nella prima parte del film), la descrizione di New York (nella seconda)

Non mi piace
Lo stacco netto tra la prima e la seconda parte, l’evidente finzione del capitolo newyorkese, il tentativo di commuovere facendo leva sui clichè classici della commedia americana, perdendo di originalità

Consigliato a chi
Ama Fabio Volo, a chi crede nella magia dell’amore e non si stufa mai delle commedie romantiche

Voto
3/5

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