Quello che resta, le prime foto in esclusiva del cortometraggio di Valeria Allievi in concorso a Venezia

Girato in Patois, lingua valdostana, il corto è un viaggio all'interno delle miniere della Valle d'Aosta, le più alte d'Europa

Tra i tanti titoli che saranno in concorso alla prossima edizione del Festival di Venezia (leggi il programma ufficiale), l’Italia sarà rappresentata anche da Valeria Allievi, giovane regista valdostana trasferitasi a Milano, che in Laguna porta il suo cortometraggio Quello che resta. Ospite della sezione Orizzonti, nei suoi 20 minuti di lunghezza il corto, girato in Patois, dialetto locale, ci porterà all’interno delle miniere della regione, le più alte d’Europa: luoghi silenziosi, sconosciuti e pericolosi, determinanti però per lo sviluppo industriale della Valle d’Aosta.

Oggi vi mostriamo in esclusiva alcune immagini del cortometraggio, che trovate nella photogallery qui sotto, dopo la sinossi ufficiale:

Un ritratto silenzioso di una realtà estrattiva che ha avuto un ruolo determinante nello sviluppo industriale del nostro paese fino agli anni ’70, quando l’attività mineraria è stata sospesa. Il racconto rigoroso segue i due operai che si occupano della manutenzione del sito. Un lavoro quotidiano svolto un luogo, o non luogo, che rischia di scomparire. Loro stessi sono figli di minatori da generazioni e per loro prendersi cura della miniera rappresenta anche un modo di restare in contatto con le proprie origini.

I pochi dialoghi sono in Patois, lingua valdostana, che esalta l’originalità dell’opera.

Ed è attraverso il viaggio nella miniera, compiuto con la lentezza dei gesti quotidiani, ripetitivi e dove le azioni divengono quasi ipnotiche, che emerge una riflessione poetica su quello che resta.

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