Questo dramma apocalittico dai creatori di Stranger Things è una gemma del suo genere
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Questo dramma apocalittico dai creatori di Stranger Things è una gemma del suo genere

Il primo lungometraggio dei fratelli Duffer presenta i semi delle idee che saranno poi germogliate nelle avventure di Undici e i suoi amici

Questo dramma apocalittico dai creatori di Stranger Things è una gemma del suo genere

Il primo lungometraggio dei fratelli Duffer presenta i semi delle idee che saranno poi germogliate nelle avventure di Undici e i suoi amici

il poster di Stranger Things

Appena prima del successo di Stranger Things, l’amata serie Netflix che ne avrebbe consacrato il talento, i fratelli Matt e Ross Duffer si erano cimentati nella realizzazione di un thriller apocalittico che ad oggi non ha ricevuto le attenzioni che avrebbe meritato.

Arrivato nel 2015 durante un periodo di transizione nella carriera dei Duffer, Hidden rappresenta il primo grande sforzo da registi dei fratelli. Prodotto da Warner Bros, il film ha ricevuto una distribuzione limitata alle piattaforme video-on-demand e non ha potuto godere dell’approdo sul grande schermo. Ad ogni modo, il budget messo a disposizione ha permesso ai futuri showrunner di Stranger Things si garantirsi alcuni nomi importanti come Alexander Skarsgård, Andrea Riseborough e Emily Alyn Lind.

Il film ha al suo centro una claustrofobica storia di sopravvivenza incentrata su una famiglia confinata in un rifugio antiatomico sotterraneo mentre creature conosciute come “respiratori” vagano sulla superficie. Questa si svolge all’interno di un rifugio antiatomico sotterraneo dove Ray (Skarsgård), Claire (Riseborough) e la figlia Zoe (Alyn Lind) hanno trascorso 301 giorni nascondendosi da una misteriosa epidemia. La loro esistenza si basa su regole molto rigide: mantenere il silenzio, razionare le scorte e non aprire mai il portello. Tuttavia il loro apparente ordine viene infranto da alcuni rumori inquietanti che suggeriscono che il loro nascondiglio potrebbe essere compromesso. Ray e Claire dovranno quindi comprendere se il vero pericolo siano le creature all’esterno o la loro salute mentale in progressivo deterioramento.

Osservando come l’isolamento trasforma la dinamica e la psicologia della famiglia, i Duffer esplorano il sacrificio dei genitori attraverso gli sforzi di Ray e Claire per preservare la sicurezza e l’innocenza della figlia in mezzo all’orrore. Il bunker funge da protezione e prigione, riflettendo le contraddizioni della sopravvivenza: la sicurezza esige il confinamento e limita la libertà, erodendo gradualmente lo stato emotivo e la sanità mentale. L’idea dei legami familiari messi alla prova da pericoli soprannaturali e di come i bambini possano rivelarsi particolarmente coraggiosi di fronte a situazioni terrificanti, anticipano molti spunti che i Duffer avrebbero proposto appena un anno dopo in Stranger Things. Ma c’è molto di più.

Lavorando con risorse limitate, i Duffer hanno massimizzato la tensione attraverso l’illuminazione strategica, con l’oscurità del bunker la luce artificiale che crea un senso di sicurezza e intrappolamento. Inoltre, le inquadrature strette della camera aumentano la claustrofobia nei piccoli spazi, con lunghe riprese delle interazioni familiari che costruiscono una sorta di sereno ritratto emotivo prima di improvvisi cambi di registro.

Insomma, Hidden ha messo in mostra i primi semi delle idee che sarebbero poi germogliate in Stranger Things. Come la serie, il film mette in scena una famiglia ordinaria che si ritrova ad affrontare una minaccia sconcertante che le agenzie governative non riescono a contenere e a mantenere la tensione sviluppando anche dinamiche tra i personaggi e una propria mitologia. Oggi Hidden rappresenta purtroppo una nota a piè di pagina nella carriera dei fratelli, il che è un vero peccato.

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Foto: MovieStillsDB / Warner Bros. Pictures

Fonte: MovieWeb

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