RoboCop, Peter Weller spiega perché il film di Paul Verhoeven è inimitabile

L'attore che interpretò il cyberpoliziotto negli anni Ottanta dice la sua sul recente remake

«Non l’ho visto per anni, poi io e mia moglie l’abbiamo riguardato un paio di volte e cosa devo dire? È un film pazzesco, attualissimo e inimitabile. Ma auguro a Joel Kinnaman e al remake tutto il bene del mondo, ovviamente». A parlare è RoboCop in persona, alias Peter Weller, l’attore che Paul Verhoeven scelse nel 1987 per interpretare il poliziotto robot in quello che con gli anni è diventato uno dei film di fantascienza più importanti e innovativi di sempre. Nonché uno dei più difficili da rifare, perché oltre all’azione «si parla di furto d’identità, dell’era dell’informazione, di moralità, di anima, di cosa ci renda davvero umani, e si fa grande satira» spiega Weller.

Che ammette candidamente di non avere ancora visto il trailer del remake, ma interpellato sull’argomento non sembra convintissimo delle potenzialità del film di Jose Padilha. «È un caso unico e Paul Verhoeven è un talento senza paragoni» prosegue Weller, un’eco delle obiezioni mosse dai fan di fronte alle prime immagini del remake. «Ci sono tematiche mitologiche e religiose, pezzi di cultura classica, ebraica, latina, fuse insieme e trasportate nel futuro. È un film impossibile da rifare». Chi avrà ragione, Padilha oppure uno che nel costume di RoboCop ha passato due film interi?

Qui sotto, Peter Weller parla del remake di RoboCop:

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