Samuel (Justin Alexander Korovkin) è un giovane ragazzo costretto su una sedia a rotelle che vive con sua madre Elena (Francesca Cavallin) a “Villa dei Laghi”, una residenza isolata circondata da boschi. Bloccato nella routine familiare e con il rigoroso divieto di allontanarsi dalla dimora, Samuel cresce apparentemente protetto, ma insoddisfatto e irrequieto. L’arrivo dell’adolescente Denise (Ginevra Francesconi) scardinerà definitivamente gli equilibri della famiglia.
Un uomo, nel cuore della notte, che tenta di abbandonare una villa insieme a un bambino più che neonato. Lampadari antichi, superfici sfiorate dalla luce fioca della penombra, dettagli immobili e angoscianti, scale a chiocciola, rumori vicini e lontani. È da quest’ambientazione nobiliare e mortifera che prende le mosse The Nest – Il nido, la singolare opera prima di Roberto De Feo, alle prese col suo grande salto nel lungometraggio dopo aver diretto corti dall’eccellente riscontro come Ice Scream e Child K, primo cortometraggio italiano a uscire negli Stati Uniti grazie a Sir Branko Lustig, produttore di Schindler’s List.
Un film che rincuora e appaga per la capacità di cimentarsi col cinema di genere di casa nostra, oggigiorno più che mai boccheggiante e moribondo, ripristinando quella tradizione di altissimo artigianato di cui molti nostri cineasti si sono in passati fatti portavoce.
Il film, interpretato anche, tra gli altri, da Maurizio Lombardi e Gabriele Falsetta, uscirà nelle sale il prossimo 14 agosto distribuito da Vision Distribution e il giorno successivo, alle 21.30, verrà proiettato al Locarno Film Festival in Piazza Grande, nella sezione Crazy Midnight.
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THE NEST – IL NIDO: LA RECENSIONE DELL’OPERA PRIMA NELL’HORROR DI ROBERTO DE FEO
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